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Arrestato ad Abu Dhabi un boss della mafia albanese: è una delle piste investigative relative all’attentato a Ranucci

La bomba e l'omicidio

Arrestato ad Abu Dhabi un boss della mafia albanese: è una delle piste investigative relative all’attentato a Ranucci

Cronaca - di Carlo Marini - 20 Ottobre 2025 alle 10:03

È stato catturato ad Abu Dhabi, dalla Polizia degli Emirati Arabi Uniti, il boss della mafia albanese Altin Sinomati ritenuto il mandante dell’omicidio di Selavdi Shehaj, detto Passerotto, freddato in spiaggia davanti agli occhi dei bagnanti, il 20 settembre del 2020 a Torvaianica, centro in provincia di Roma.

Come riporta il Corriere della Sera, Selavdi Shehaj, “Passerotto”, aveva una delle sue basi operative non lontane dall’abitazione di Sigfrido Ranucci, dove è stato compiuto l’attentato giovedì scorso. Un fatto di cronaca apparentemente lontano, ma la Dda lega a doppio filo quel delitto a quello del narcos-ultrà Fabrizio Piscitelli, di un anno prima. Un caso che racconta molto sugli interessi criminali che agitano (anche) quello spicchio di litorale. Ed è una delle piste che gli investigatori hanno preso in esame in queste ore.

Lo stesso killer di Diabolik

Le indagini, condotte congiuntamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e dallo Sco della Polizia di Stato, hanno consentito di acquisire “un granitico quadro di accusa sul conto di Sinomati – spiega una nota – per aver ordinato l’eliminazione di Shehaj a Raul Esteban Calderon (già condannato all’ergastolo per l’omicidio del capo ultras della Lazio, “Diabolik”, Fabrizio Piscitelli ndr), facendogli materialmente recapitare la somma contante di 150.000 euro quale compenso per l’avvenuta esecuzione”.

Chi è Altin Sinomati, il boss arrestato oggi

Per il delitto in questione sono già stati condannati in primo grado, dalla Corte d’Assise di Frosinone, alla pena dell’ergastolo, Calderon quale esecutore materiale e Giuseppe Molisso in concorso. Sinomati, in un altro procedimento penale, è imputato poiché ritenuto facente parte di uno dei principali canali di approvvigionamento di cocaina dell’organizzazione operante su Roma e diretta da Molisso e da Leandro Bennato e smantellata dal Comando Provinciale Carabinieri di Roma con un’operazione eseguita il 18 marzo 2025.

Durante l’esecuzione dell’operazione, temporalmente successiva all’arresto di Calderon per l’omicidio di Shehaj, Sinomati si era sottratto alla cattura poiché, evidentemente, temeva di essere destinatario dell’azione investigativa coordinata dalla procura di Roma, aveva spostato la sua base proprio negli Emirati Arabi. 

Ranucci e l’attentato: penso sia un segnale della criminalità organizzata

«Il segnale che è stato mandato è che sicuramente non c’era l’intento di uccidere, era un ordigno rudimentale, chi lo ha fatto sapeva come farlo, perché c’era un chilo di esplosivo dentro e infatti il botto è stato enorme e i danni notevoli. Però il segnale che viene dato è ‘Io so come ti muovi, so quali sono le tue abitudini e posso colpirti da un momento all’altro, a te e alla tua famiglia’. Io volo molto più basso penso che sia stato qualcuno della criminalità organizzata, non so se c’è un mandante esterno, non credo assolutamente come qualcuno ha scritto evocando contesti o collegamenti politici. La politica ha altri mezzi se vuole farti fuori, basta molto meno». Lo ha detto il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, intervenendo ad ‘Agorà’ su Rai3.

«Adesso aspettiamo e vediamo che cosa troveranno gli investigatori – aggiunge – Si sono concentrati sul materiale esecutore dell’ordigno e credo che sia la cosa più intelligente perché poi da lì puoi risalire».

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di Carlo Marini - 20 Ottobre 2025