CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Armi o stipendio? Landini sciopera, Uil e Cisl lo sbeffeggiano: “Siamo su scherzi a parte: Leonardo deve licenziare?”

Sindacati spaccati

Armi o stipendio? Landini sciopera, Uil e Cisl lo sbeffeggiano: “Siamo su scherzi a parte: Leonardo deve licenziare?”

Economia - di Luca Maurelli - 15 Ottobre 2025 alle 13:16

Ricordate quando Mario Draghi pose gli italiani di fronte al dilemma, volete la pace o i condizionatori? Era il periodo in cui la Ue stava varando l’embargo sull’approvvigionamento delle fonti energetiche dalla Russia, che avrebbe determinato un incremento nelle tariffe elettriche alla vigilia di un’estate bollente. Allo stesso modo, oggi, Maurizio Landini, leader della Cgil, si trova a fare i conti con un quesito imbarazzante: stop alle armi o stop al lavoro per chi le produce? Lui, Landini, pare che si sia già risposto, annunciando per il 25 ottobre lo sciopero generale anche contro il riarmo, ma suscitando le proteste, e le ironie, di Cisl e Uil, che ricordano come il futuro dei lavoratori di “Leonardo”, colosso italiano del settore difesa, dipenda anche dalle commesse. “Ma siamo su scherzi a parte?”, sarebbe stato il commento delle due sigle, secondo quanto riporta oggi Il Foglio.

Le armi spuntate di Landini, lo sciopero e gli operai

La querelle arriva dal profondo sud. Da qualche giorno una petizione di alcuni lavoratori dello stabilimento Leonardo di Grottaglie, in provincia di Taranto – sostenuta dalla Fiom Cgil – chiede «lo stop immediato di forniture belliche destinate a Israele da parte di Leonardo e società controllate», nonché la «sospensione di tutti gli accordi commerciali e le relazioni di investimento con istituzioni israeliane, start-up, università ed enti di ricerca» coinvolti nelle operazioni militari contro la popolazione palestinese.

La Uilm, però, ha immediatamente stoppato i compagni di lotta. E ha diffuso un proprio comunicato in cui ribadisce la vicinanza «al popolo di Gaza», ma ricorda che il sito di Grottaglie «ha subito una grave contrazione dei volumi produttivi dall’avvento della pandemia», con anni di cassa integrazione. Il sindacato rivendica «la diversificazione produttiva con l’aggiunta di altre attività alla commessa Boeing B787» e sottolinea come la riunificazione, avvenuta nel maggio 2025, tra i business della Difesa e delle Aerostrutture rappresenti «un importante obiettivo raggiunto dopo anni di lotte». La Uilm ritiene che «la vera diversificazione produttiva non possa prescindere dall’unificazione con il settore della Difesa» e invita «chiunque intenda rimettere in discussione le posizioni unitarie fin qui espresse» a confrontarsi con i lavoratori. Sulla stessa linea la Fim Cisl, che si dice «allibita nel leggere di una campagna lanciata per chiedere alla Leonardo una riconversione delle attività svolte in campo militare». «La stessa organizzazione che oggi chiede di abbandonare il settore militare» in passato «ha sottoscritto accordi unitari per la diversificazione delle attività e accolto positivamente l’accorpamento sotto la neo Direzione Aeronautica», si legge nella nota.

Da ridere, se non ci fosse da scioperare. Il 25 ottobre la Cgil scenderà in piazza anche contro i suoi iscritti della Fiom di “Leonardo” o dirà che loro fanno solo pistole ad acqua ed aerei di carta?

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Luca Maurelli - 15 Ottobre 2025