
Un vento nuovo
Anche la Bolivia volta le spalle al socialismo: chi è Rodrigo Paz Pereira, il nuovo presidente di centrodestra
Il voto chiude definitivamente l'era di Morales, che aveva isolato il Paese. Fidanza: «Si apre la strada a un pieno ritorno alla libertà, alla democrazia e ai valori del mondo libero, a partire dalla lotta senza quartiere alla criminalità e al narcotraffico»
Con l’elezione a presidente del senatore Rodrigo Paz Pereira in Bolivia si chiudono ufficialmente vent’anni di socialismo e si afferma un vento nuovo di centrodestra. La Bolivia sta «riconquistando il suo posto sulla scena internazionale», ha detto Paz dopo la vittoria, riferendo di aver ricevuto anche un messaggio di congratulazioni da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Anche la Bolivia volta le spalle al socialismo: eletto Rodrigo Paz Pereira
Paz, che si insedierà l’8 novembre, ha ottenuto il 54,6% dei voti contro il 45,4% del suo rivale, l’ex presidente ad interim di destra Jorge “Tuto” Quiroga di Alianza Libre. La notizia ha portato in piazza a La Paz numerosi cittadini, che hanno accolto il risultato elettorale con canti, balli e fuochi d’artificio. Sotto la guida dell’ex presidente Evo Morales, la Bolivia aveva compiuto una svolta a sinistra: nazionalizzando le risorse energetiche, rompendo i legami con Washington e stringendo alleanze con Cina, Russia e altri esponenti della sinistra a Cuba, in Venezuela e altrove in America Latina.
Le congratulazioni al nuovo presidente
A Paz sono arrivate congratulazioni da ogni parte del mondo, dal presidente dell’Argentina, Javier Milei, al presidente del Cile, Gabriel Boric, fino al premier spagnolo Pedro Sanchez.
Fidanza: «Tornano libertà e democrazia»
«Buon lavoro al nuovo presidente della Bolivia, Rodrigo Paz Pereira. Con la sua elezione si chiude ingloriosamente la lunga e dolorosa pagina del socialismo corrotto e autoritario ispirato da Evo Morales e si apre la strada a un pieno ritorno alla libertà, alla democrazia e ai valori del mondo libero, a partire dalla lotta senza quartiere alla criminalità e al narcotraffico», ha commentato il capodelegazione di FdI al Parlamento Europeo e vicepresidente dell’assemblea interparlamentare EuroLat, Carlo Fidanza. «Un destino – ha aggiunto – che ci auguriamo possa accomunare presto anche Colombia e Perù, attesi da appuntamenti elettorali decisivi, nonché il Venezuela che continua a combattere per la libertà dal narcocomunismo assassino di Maduro».
Focus sull’economia con un «capitalismo per tutti»
Paz, 58 anni, figlio di un ex presidente, nel suo programma elettorale ha promesso invece un «capitalismo per tutti» attraverso una riforma economica, con decentralizzazione, tasse più basse e disciplina fiscale, oltre a una continua spesa sociale. In un Paese in cui, secondo le stime degli economisti, l’80% della forza lavoro è fatta da lavoratori autonomi o nel settore informale, Paz Pereira si è impegnato a facilitare l’accesso al credito per le piccole aziende, ad aiutare i settori più poveri della società. Il programma prevede agevolazioni fiscali per stimolare l’economia. Ha promesso di ridurre i dazi su beni importati, dai veicoli alla tecnologia. Quanto al metodo, il nuovo presidente ha annunciato che il suo stile di governo sarà basato sul «consenso».
No all’ideologia, sì ai valori: il presidente parla di «Dio, patria, famiglia»
Nel suo primo discorso dopo la vittoria, il nuovo presidente ha parlato poi di «venti di cambiamento», riassumendo la sua visione della Bolivia con le parole «Dio, patria e famiglia». Sono «tempi molto difficili», ma il Paese «ha gradi opportunità per andare avanti», ha aggiunto. «L’ideologia non mette il cibo in tavola. Contano il diritto al lavoro, istituzioni forti, certezza del diritto, rispetto della proprietà privata e certezze sul futuro. È per questo che vogliamo lavorare», ha aggiunto, auspicando «strette relazioni» con Donald Trump.