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Via libera dell’Antitrust alla Tim “italianizzata” dopo la scalata di Poste. “Nessun ostacolo ai mercati”

La ratifica dell'operazione

Via libera dell’Antitrust alla Tim “italianizzata” dopo la scalata di Poste. “Nessun ostacolo ai mercati”

Economia - di Gabriele Caramelli - 6 Settembre 2025 alle 18:26

Via libera dell’Agcom alla “scalata” di Poste italiane su Tim, dopo l’acquisizione del 15% delle azioni dalla compagnia francese Vivendi realizzata nel marzo scorso. Il Garante per la concorrenza ha approvato l’acquisizione il 3 settembre scorso con una motivazione molto categorica: “L’operazione non ostacola in misura significativa la concorrenza nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante”. Dunque non verrà aperta nessuna istruttoria, poiché  l’operazione “non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati”.

L’acquisizione era già stata preannunciata all’Authority nel maggio scorso dopo che a marzo Poste aveva acquisito un ulteriore 15% da Vivendi, sommandolo a una partecipazione del 9,81%. Adesso è ufficialmente, e senza nessuna possibilità di ricorso da parte dei soci, il primo azionista di Tim con una quota del 24,81%: si tratta di un’operazione che era stata accolta con grande entusiasmo dal mercato, come ricorda Ansa, visto che aveva riportato il controllo dell’azienda di telecomunicazioni sotto l’egida dello Stato. Ora l’Italia può controllare il colosso Tlc attraverso Poste, evitando l’influenza dei francesi.

Poste acquisisce un altro 15% di azioni Tim da Vivendi: ora il possesso torna all’Italia

L’Agcom si è accertata che non fossero presenti sovrapposizioni tra Poste e Tim nel settore audiovisivo, dal momento che la compagnia di telecomunicazione lavora nell’ambito della Tv on-demand con il marchio Tim vision, ma “non realizza programmi di informazione”. Poste, invece, svolge un attività editoriale che si realizza nella distribuzione di “un solo notiziario al giorno” con l’house organ Poste news, permesso a titolo gratuito ai dipendenti ed ex dipendenti del gruppo, oltre che disponibile online e a circuito chiuso negli uffici postali.

L’Autorità del garante è giunta alle proprie conclusioni, dopo aver “tenuto conto dell’esiguo valore nel sistema integrato delle comunicazioni di Tim e del fatto che Poste non opera nello stesso, considerata inoltre la dinamica concorrenziale e la tipologia di contenuti messi a disposizione”. Al di là di ciò, l’organo competente si è riservato comunque di poter agire per “un’attenta azione di monitoraggio, al fine di evitare che possano determinarsi eventuali alterazioni delle condizioni concorrenziali del mercato e del livello di pluralismo“.

 

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di Gabriele Caramelli - 6 Settembre 2025