
Il film
Toni Negri raccontato dalla figlia Anna: “Non capivo il suo idealismo, sono stati anni di fallimento”
Il documentario della regista attraversa la figura complessa del padre, ritenuto uno dei "cattivi maestri" negli anni duri del terrorismo
Un padre e una figlia si ritrovano davanti a una telecamera. Da una parte Toni Negri, figura centrale della contestazione extraparlamentare degli anni ’70, intellettuale radicale degli anni di piombo, simbolo delle contraddizioni di un’intera stagione politica italiana. Dall’altra Anna, sua figlia, che con la macchina da presa cerca di ricostruire un legame, una storia, un’identità. Nasce così “Toni, mio padre”, il documentario che la regista presenterà domani, venerdì 26 settembre, a Bologna nell’ambito del festival Archivio Aperto, dedicato alla riscoperta del cinema privato e sperimentale.
Il film intimistico su Negri
Il film si muove su due piani temporali: quello del presente, costruito attorno alle immagini di Toni e Anna oggi, a Venezia, nel cuore di un dialogo familiare e politico; e quello del passato, ricostruito con materiali d’archivio, filmati Rai, Super8 girati dalla stessa Anna, e rare pellicole provenienti da Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia. Una narrazione che intreccia pubblico e privato, collettivo e personale, memoria storica e affetti familiari.
“Sono interessato a questo film per conoscere te, più che per conoscere me”, dice Toni Negri in una delle scene più toccanti. È il cuore del documentario: non la biografia del leader di Autonomia Operaia, ma il tentativo di una figlia di comprendere il padre attraverso la lente della storia che li ha divisi. Accusato alla fine degli anni ’70 di essere il ‘capo occulto’ del terrorismo italiano, Toni Negri scontò quattro anni di carcere preventivo prima di essere prosciolto. Seguì un lungo esilio in Francia, dove visse quindici anni e dove è morto il 16 dicembre 2023 all’età di 90 anni.
Anna Negri: “Fare i conti con quel passato”
Un percorso doloroso che, come sottolinea la regista, ha inciso profondamente anche sulla dimensione privata: “Non capivo il loro idealismo, che si scontrava con l’evidenza di un fallimento. Sono anni con i quali non abbiamo fatto completamente i conti”.