
La sentenza
Shakira condannata ma scarcerata: la regina delle borseggiatrici di Venezia è libera di colpire ancora
“Shakira” è pronta a colpire ancora: nulla a che vedere con la cantante colombiana, è il nome di battaglia della borseggiatrice che è diventata il terrore di Venezia, vantando oltre 60 procedimenti.
La 20enne di origine bosniaca è stata condannata a un anno di reclusione per aver violato il divieto di dimora nella città lagunare, ma subito dopo la sentenza, è tornata subito in libertà: una decisione che ha riacceso il dibattito sull’efficacia delle misure di prevenzione e sulla necessità di un intervento legislativo più incisivo.
Ha violato il Daspo, un anno di reclusione ma rimessa subito in libertà
Il tema ha acquisito centralità nelle settimane estive soprattutto a Venezia, con i numerosi episodi di borseggi di cui sono rimasti vittime prevalentemente i turisti.
Un dato numerico sul fenomeno dei borseggi a Venezia era stato offerto, a metà luglio, dalla Polizia locale: all’epoca erano novecento, dall’inizio dell’anno, i portafogli rinvenuti abbandonati dopo i furti in città. I borseggiatori e le borseggiatrici intercettati erano oltre un centinaio, fermati e subito rimessi in libertà. In estate, aveva fatto anche scalpore lo striscione con la scritta “Calle dei pickpocket” comparso a ribattezzare Calle della Mandola.
«Quindi mi state dicendo che la borseggiatrice Shakira nonostante oltre 60 furti accertati è tornata a Venezia nonostante il Daspo. È stata subito arrestata ma è stata anche subito scarcerata. Possiamo andare avanti così in Italia con questa magistratura di sinistra deviata?», si chiede su X un utente celato sotto il profilo Dorian Gray.
Chi è Shakira, la 20enne di origine bosniaca con 65 procedimenti
Nata a Roma da una famiglia rom, Shakira, del quale le autorità non hanno diffuso il vero nome per tutelare la sua privacy, è stata arrestata il 2 agosto in centro storico a Venezia da alcuni dei componenti del gruppo dei “Non distratti” e consegnata alla polizia locale. In questa occasione non le è stato contestato alcun borseggio, ma la violazione di un Daspo, disposto dal Tribunale di sorveglianza di Venezia nello scorso mese di febbraio.
Dei 65 fascicoli iscritti a suo carico, risultati dall’ultima ricerca effettuata nel Casellario giudiziario, soltanto una decina riguardano accuse di borseggio. I rimanenti si riferiscono a tutte le numerose occasioni nelle quali la ventenne è stata fermata dalle forze dell’ordine di zone nelle quali non poteva restare, a seguito dell’emissione di fogli di via del questore o divieti di dimora stabiliti dal giudice. Soltanto un paio di questi fascicoli sarebbero stati già definiti con sentenza.