
Il paternalismo sinistroide
Quando proibito era il wrestling, e non Twilight: cronaca di una generazione sterilizzata dai manuali woke
Chi è cresciuto davanti a Italia 1 ricorda bene il bollino rosso e il wrestling di mezzanotte. Era il segnale che stavi entrando in un territorio proibito, vietato ai minori. Eppure, più che un divieto, era una calamita: stimolava la curiosità, accendeva l’adrenalina. Il ragazzino davanti alla Tv non si sentiva protetto, ma sfidato.
Oggi il panorama è capovolto. Non più bollini che invitano a varcare la soglia del proibito, ma trigger warnings, avvisi preventivi che promettono di metterci al riparo dalle emozioni forti. Non più libertà vigilata, ma anestesia preventiva
L’università come fabbrica dell’ipersensibilità
Ed è qui che arriva la notizia rivelata questa settimana dallo Spectator. Alla University of London, i docenti del corso di “contemporary genre fiction” hanno introdotto trigger warnings persino per i romanzi sui vampiri: Dracula, I Am Legend e la saga di Twilight.
Gli studenti vengono avvertiti della presenza di “relazioni tossiche, razzismo, sessismo, angoscia mentale” e addirittura di “cannibalismo”, precisando che si tratta di una pratica “tabù”.
Come se davvero esistesse qualcuno convinto che i romanzi siano manuali di istruzioni da seguire. “Proteggetemi da quegli studenti”, ironizza la penna dello Spectator.
Ma il punto è chiaro: i docenti stessi guardano i loro studenti con un misto di sospetto e paternalismo, come se fossero eternamente sul punto di crollare. Come se fossero eternamente bambini.
Il controllo morale
E non è solo l’università. Teatri, compagnie culturali e cinema fanno lo stesso. Molte opere britanniche arrivano corredate da avvisi che ne sterilizzano la forza, da Macbeth all’Assassinio sull’Orient Express. Fino a sfiorare il ridicolo: alla Royal Opera House, il pubblico è stato “avvisato” che la campanella di apertura sipario poteva risultare troppo forte.
Qui sta il nocciolo: questi falsi allarme, tanto amati dalla sinistra, non servono a proteggere la salute mentale, ma a indirizzare la lettura morale. Non ti dicono solo cosa troverai, ma ti impongono come reagire. Non ti lasciano godere Macbeth come tragedia sul potere, né Dracula come mito letterario. Ti ordinano: “Non rilassarti, resta in guardia, condanna il pensiero sbagliato”. E a volte aggiungono l’aggravante: “È di destra”.
Dal woke all’infrastruttura invisibile
Molti dei simboli del “woke” — inginocchiarsi per Black lives matter, dichiarare i pronomi, indottrinare i bambini nelle scuole con lezioni di drag queen e comunità lgbtq+ — oggi sembrano già appartenere a una stagione finita. Azioni troppo visibili, troppo cariche di imbarazzo per sopravvivere.
Ma i trigger warnings resistono perché non sono gesto, sono infrastruttura, sistema. Sono la cornice invisibile che precede ogni testo, ogni spettacolo, ogni discussione. L’ultima linea di difesa di un sistema culturale che vede i cittadini non come adulti liberi, ma come pazienti da guidare e correggere.
Dalla sfida alla sterilizzazione
Il bollino rosso non ci proteggeva: ci spingeva oltre. Ci insegnava che l’impatto col proibito e col dolore fa crescere, oltre che la curiosità è più forte della paura.
La vera ribellione oggi non è più guardare un film vietato ai minori: è riuscire a leggere un libro senza sottotitoli morali.