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Palermo ricorda il sacrificio del generale Dalla Chiesa. Meloni: “un uomo di Stato coraggioso e di profonda integrità morale”

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Palermo ricorda il sacrificio del generale Dalla Chiesa. Meloni: “un uomo di Stato coraggioso e di profonda integrità morale”

Nell'agguato avvenuto 43 anni fa in via Isidoro Carini, nella capitale siciliana, persero la vita anche la moglie del generale Emanuela Setti Carraro e l'agente della scorta Domenico Russo

Politica - di Giovanni Teller - 3 Settembre 2025 alle 11:31

Palermo ricorda il generale dei Carabinieri e prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, cciso dalla mafia il 3 settembre 1982, durante un agguato in via Isidoro Carini. Assieme a lui persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della scorta Domenico Russo. Dopo la corona di fiori sul luogo dell’eccidio, è prevista anche una messa per il ricordo delle vittime che verrà officiata dall’arcivescovo Corrado Lorefice. Il premier Giorgia Meloni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il governatore della Sicilia Vito Schifani hanno ricordato il sacrificio del militare nella lotta contro la criminalità organizzata.

Dalla Chiesa, Meloni: un uomo di Stato coraggioso e integro

Il presidente del Consiglio l’ha ricordato come «un uomo di Stato, coraggioso e di profonda integrità morale, che ha sacrificato la sua vita per combattere la criminalità organizzata. Il suo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori e guiderà ogni giorno ogni nostra azione».

Mattarella: «Fondamentale combattere la mafia»

«A quarantatré anni di distanza, la memoria di quel vile agguato è, per l’intero Paese, un costante monito alla responsabilità e al comune impegno nella lotta alla mafia», ha detto il capo dello Sstato, per poi evidenziare che «il generale Dalla Chiesa, nei delicati incarichi ricoperti nel corso della sua lunga carriera, si spese con rigore contro il terrorismo e l’illegalità». Inoltre, il prefetto di Palermo «condusse, sino al sacrificio della vita, una coraggiosa battaglia contro l’insidiosa presenza criminale nell’isola, pur consapevole dell’altissimo rischio cui si stava esponendo». «Al suo esempio di servizio alla Repubblica – ha proseguito Mattarella – guardano donne e uomini della magistratura, delle Forze dell’ordine, delle Pubbliche amministrazioni, che, nella fedeltà al proprio dovere quotidiano, operano con passione per prevenire e contrastare le mire espansive delle diverse forme di criminalità organizzata.

Istituzioni e associazioni sono un margine contro la malavita

In seguito, il presidente della Repubblica ha rammentato che gli obiettivi illeciti delle consorterie malavitose trovano «un argine decisivo nella capacità delle istituzioni, delle realtà associative, del mondo dell’impresa e del lavoro, di tutti i cittadini, di fare fronte comune per rinsaldare legalità e democrazia. Contro i germi dell’acquiescenza alla violenza è fondamentale operare per tenere viva la cultura del rispetto delle regole e dei diritti, diffondendola, in particolare, tra le giovani generazioni, con il contributo prezioso della scuola». Infine, «lo sforzo di tutti contro la mafia è essenziale per un duraturo progresso umano, sociale, economico, per promuovere le potenzialità di sviluppo dei territori, per costruire una società più coesa e giusta. Alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo rinnovo i sentimenti di vicinanza e riconoscenza della Repubblica».

La Russa: «Voleva ridare speranza agli onesti»

«Dopo aver affrontato la malavita del nord e le Brigate Rosse, il generale-prefetto era tornato a Palermo con procedura d’urgenza per ridare una speranza a tanti palermitani onesti – ha ricordato La Russa -. Dal suo assassinio sono trascorsi 43 anni ma il suo sacrificio resta tuttora un esempio di lotta alla criminalità organizzata». Poi ha aggiunto che «è nostro dovere rinnovarne il ricordo e portare avanti con fermezza e unità la battaglia dello Stato con la mafia. In occasione di questa triste ricorrenza, giunga ai familiari del generale Dalla Chiesa e dell’agente Russo, l’affettuosa vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica».

Schifani: «Resta un faro della legalità»

«La Sicilia si stringe attorno alla memoria di un uomo che resta un faro di legalità per le generazioni presenti e future», ha sottolineato il presidente della Regione Schifani durante la cerimonia, a cui ha preso parte anche l’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato. E ancora: «Dalla Chiesa è per noi motivo di commozione e di profonda gratitudine: in un contesto difficile come quello siciliano, lottò senza tregua contro la criminalità organizzata, pagando con la vita il suo altissimo senso di fedeltà allo Stato». Nonostante sia uno passati 43 anni dalla sua scomparsa, il prefetto di Palermo «continua a costituire un esempio prezioso, capace di scuotere la coscienza civica di ogni cittadino e rappresentante delle istituzioni».

 

 

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