
Dopo l'udienza preliminare
Morte di Andrea Purgatori: anche le cliniche a processo. Per i pm è stata “una catastrofica sequela di errori e omissioni”
I familiari di Andrea Purgatori, il noto giornalista di tv e carta stampata morto a Roma nel luglio 2023, hanno ottenuto che le cliniche dove il 70enne era in cura “entrino” ufficialmente nel procedimento che vede indagati quattro medici per l’accusa di omicidio colposo.
Il gup ha infatti autorizzato la citazione come responsabili civili di due cliniche e un’assicurazione. Per la morte del giornalista, arrivata al termine di un lungo calvario sanitario, la Procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici con l’accusa di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani, chiedendone poi il rinvio a giudizio.
Nell’udienza preliminare che si è celebrata nella mattina di venerdì 19 settembre sono state ammesse come parte civile la famiglia di Purgatori e anche l’associazione Cittadinanza Attiva. La prossima udienza, in cui dovranno comparire per discutere le due cliniche e l’assicurazione, è fissata per il 20 febbraio. Soddisfazione da parte dell’avvocato Alessandro Silveri Gentiloni, legale di parte civile. «Se sarà affermata la responsabilità dei medici e anche delle strutture presso cui hanno operato dovranno risponderne nei confronti della famiglia» sottolinea il penalista.
“Imperizia, negligenza e imprudenza nelle cure del giornalista”
Nell’atto di conclusione delle indagini, notificato nel dicembre 2024, i pm parlano di “imperizia, negligenza e imprudenza” nelle cure del giornalista romano, morto a causa di un’endocardite infettiva. Secondo l’impianto accusatorio, i neuroradiologi non refertarono correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio 2023.
Un documento “redatto con grave imperizia, negligenza e imprudenza, posto che diagnosticava senza margini di dubbio una metastasizzazione cerebrale – in realtà mai verificatasi – e ometteva qualunque riferimento alla possibilità che le anomalie descritte fossero riferibili a lesioni di natura ischemica”.
Gualdi, inoltre, “anche nella successiva interlocuzione con il paziente e i suoi familiari, nonché con gli altri sanitari coinvolti, rappresentava con forza, sulla base dell’errata diagnosi – proseguono i pm – la necessità di avviare Purgatori a immediate cure radioterapiche per affrontare la grave e prioritaria emergenza metastatica cerebrale”.
Morte di Purgatori, per i pm fu “sottoposto a inutile e debilitante terapia”
Tutto ciò “non solo causando la sottoposizione del paziente a inutile e debilitante terapia, ma soprattutto determinando un serio sviamento nell’approccio diagnostico e terapeutico degli altri sanitari, anche per il mancato rilevamento di lesioni ischemiche la cui causa sarebbe stato necessario indagare senza ritardo”. Agli atti del procedimento figura anche quanto messo nero su bianco in una perizia medico-legale, disposta dal Gip, in cui si parla senza mezzi termini di una “catastrofica sequela di errori ed omissioni”.
Nel documento si afferma che “un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi”.