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galli della loggia kirk

Editoriale sul Corriere

L’atto di accusa di Galli della Loggia: dietro il delitto Kirk c’è un’America travolta (anche) dall’ideologia woke

"Senza l'idea di libertà, di Dio e di patria, l'America rischia di dissolversi come l'Unione sovietica", denuncia sul Corriere

Cronaca - di Carlo Marini - 16 Settembre 2025 alle 09:17

«Che cosa è successo di così devastante da rendere irriconoscibile quell’America che in tanti abbiamo amato e ammirato?»: se lo chiede Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, in un’approfondita disamina sull’assassino di Charlie Kirk e sul «truce scambio di accuse tra trumpiani e antitrumpiani».

Per il politologo e firma illustre del Corriere, «fino a ieri essere americani ha significato credere in Dio e nella libertà: sostenere i principi fondamentali dell’etica giudaico-cristiana (non importa secondo quale confessione religiosa, magari anche essendo atei…) e insieme i principi del governo rappresentativo e della “rule of law”. Proprio questa fortissima, compatta e onnipresente natura ideologica ha reso possibile la straordinaria capacità degli Usa di crescere assorbendo senza strappi ondate enormi di immigrazione».

L’atto di accusa di Galli della Loggia contro i pavidi intellettuali

Poi, «dopo due secoli», «la fede condivisa in questa idea americana ha cominciato a sgretolarsi. La guerra scatenata dalle minoranze in cerca di riconoscimento (neri, donne, omosessuali, gender) contro il passato nazionale — dipinto da Cristoforo Colombo in poi come un ammasso di nequizie, di razzismo, sessismo ed oppressione — è stata fatta propria, divulgata e amplificata dai settori cruciali dell’intellettualità, dell’istruzione, dei media e dello spettacolo (spesso per pura pavidità conformistica)».

«Tutto ciò che sapeva del passato suddetto è divenuto quasi segno di colpa e di vergogna, senza che si levasse con forza alcuna voce potente e autorevole a porre un freno. Perfino la statua di Lincoln ha fatto le spese di una tale furia iconoclasta: di cui è immaginabile l’effetto devastante sulla parte più conservatrice del Paese ma insieme anche sui più larghi strati dei «semplici» e degli incolti (cioè della maggioranza degli elettori) educati al più tradizionale patriottismo. Una parte di americani si è trovata ad abitare in un Paese irriconoscibile che non era più quello in cui erano nati».

Senza Dio e senza patria, l’America rischia di dissolversi

Galli della Loggia cita quindi il combinato disposto delle «grandi trasformazioni culturali della modernità, insieme all’incalzare travolgente delle novità sia tecnologiche che della struttura capitalistica», che «hanno provveduto a svuotare e distruggere gli antichi valori del legame comunitario, dell’individualismo benevolo e intraprendente». Al tempo stesso «la secolarizzazione minava inesorabilmente quella presenza del “sacro”, del suo pathos unificante, che da sempre aveva costituito una gigantesca risorsa simbolica sulla quale il Paese aveva costruito la sua identità e il suo destino. Pezzo per pezzo, insomma, l’idea americana è andata perdendo la propria essenza vivente. L’idea americana è diventata un involucro vuoto».

Il paragone con il crollo dell’Unione Sovietica

«Se è consentito un paragone ardito e da prendere con beneficio d’inventario viene da pensare che così come la progressiva inagibilità storica del comunismo ha voluto dire la fine dello Stato sovietico, cresciuto con esso e grazie ad esso, altrettanto, pur con le ovvie differenze, possa accadere in futuro a quello americano. Ma se così fosse, allora l’augurio migliore – conclude amaramente Galli della Loggia – che per quel giorno noi, spettatori lontani ma in realtà vicinissimi, potremmo farci sarebbe io credo uno solo: quello di non esserci».

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di Carlo Marini - 16 Settembre 2025