
Clima poco sereno a bordo
Greta abbandona la plancia di comando della Flotilla: si parla troppo di noi e poco di Gaza. Ma davvero?
Greta Thunberg fa scuola, anche nelle fughe sotto i riflettori. Dopo il suo abbandono eclatante dal direttivo della Flotilla anche la giornalista e influencer Yusuf Omar annuncia su Instagram che lascia la navigazione. Problemi – scrive – di “strategia comunicativa”. Gli stessi che avrebbe addotto la leader pro Pal svedese, con il consueto grugno, per motivare il suo cambio di rotta, lasciare la plancia di comando e trasferirsi dalla nave Family alla nave Alma.
Ultim’ora: Greta lascia il direttivo della Flotilla
Scarsi i dettagli sulla decisione inaspettata. Solo quelli che provengono dai pochi cronisti a bordo, quelli graditi ai volontari pro Pal, come dimostra la cacciata della giornalista de La Stampa, Francesca Del Vecchio. A dare la notizia dell’ammutinamento gretino è l’inviato del Manifesto a bordo della Sumud Flotilla Lorenzo D’Agostino: “Nel pomeriggio di domenica i partecipanti osservano Greta Thunberg trascinare la sua valigia lungo la banchina, lasciare la Family, la nave che ospita il comitato organizzatore, e trasferirsi sulla Alma. Sul sito ufficiale della missione il suo nome è scomparso dalla lista dei membri del direttivo. Le divergenze sarebbero legate a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della flottiglia e non abbastanza sul genocidio in Palestina”. Viene da sorridere visto che, fin dalla partenza pirotecnica, la flotta ‘in marcia’ verso Gaza non ha fatto altro che attirare i riflettori del pianeta dividendo l’opinione pubblica e mettendo in difficoltà i rispettivi governi.
Anche l’influencer Yusuf Omar la segue
Greta Thunberg però non molla. Continua a “credere profondamente nell’obiettivo di questa missione e nella forza della mobilitazione mondiale per una Palestina libera. Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante”. Gli altri membri del comitato direttivo non commentano. “È però chiaro che sono state prese misure per correggere il tiro in fatto di comunicazione”, scrive l’inviato del quotidiano comunista. Di certo lo stile sensazionalista e molto incentrato sui volti noti della missione ha fatto infuriare diversi partecipanti. “Per non dire della copertura allarmista dell’attacco dei droni che sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
Convivenza difficile a bordo, clima poco sereno
Del resto si sa la convivenza in barca è tosta e se l’equipaggio non è ben amalgamato può succedere di tutto. Non è dato sapere se il cambio di imbarcazione sia il frutto di una libera scelta della svedese, o se al contrario sia stata messa al bando dalla ciurma. Dai resoconti giornalistici risulta esserci “un clima poco sereno a bordo”. Chissà se per una volta non abbia ragione la sempre arrabbiata Greta che processa i ‘suoi’ per la brutta piega presa dalla Flotilla. Troppo incentrata sulle vicende interne alla spedizione e non abbastanza su quanto accade a Gaza.