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Giorgio Armani e la lettera affettuosa di familiari e dipendenti: ecco chi potrebbe ereditare la sua attività

Ne aveva parlato poco prima

Giorgio Armani e la lettera affettuosa di familiari e dipendenti: ecco chi potrebbe ereditare la sua attività

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 5 Settembre 2025 alle 09:10

«Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia». Sono queste le ultime parole che il celebre stilista Giorgio Armani ha assegnato ai social. Si tratta di un ultimo e breve messaggio da recapitare ai posteri, che fa coppia con le esternazioni di familiari e dipendenti pubblicate stamattina sul Corriere della sera: «In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore».

E dopo l’addio si apre anche la questione della sua eredità, di cui il celebre imprenditore italiano aveva parlato pochi giorni prima al Financial times, indicando proprio i suoi impiegati e membri della famiglia come suoi successori: «Vorrei che fosse un processo organico, non una rottura». Tra i nomi più fidati ha indicato anche Leo Dell’Orco, che è stato il suo storico braccio destro negli affari.

L’addio di familiari e dipendenti a Giorgio Armani: ora si pensa alla sua eredità

Durante la conversazione con il giornale economico americano, Armani aveva spiegato che la sua più grande debolezza fosse quella di voler controllare tutto, rammentando che anche nei periodi di assenza dovuti ai problemi di salute avesse seguito le sfilate attraverso il videocollegamento. Non lasciava nulla al caso, dalle prove fino al trucco delle modelle. Inoltre, secondo Skytg24, per la festa dei cinquant’anni del brand volle avere l’ultima parola su ogni particolare dell’esposizione alla Pinacoteca di Brera. Lo stilista italiano si era definito un “Workaholic“, un termine inglese che indica una persona assuefatta dal lavoro. Nel 2024 il ricavo della sua azienda ammontava a 2,3 miliardi di euro, ma si è accorto di aver tralasciato una parte importante della propria vita: «Ho passato troppo tempo a lavorare e non abbastanza con amici e familiari».

Il primo obiettivo dello stilista italiano

Successivamente, Armani aveva ripercorso la sua vita e la sua attività lavorativa, confessando che all’inizio voleva solamente «vestire le persone, e in fondo è ancora così. La mia forza è credere nelle mie idee e avere la determinazione, a volte la testardaggine, per portarle avanti». Quanto alla sua relazione con le mode passeggere, ha evidenziato l’importanza dello stile sulle tendenze contemporanee: «Non mi piace essere definito anti-fashion. La mia è una posizione in cui lo stile prevale sulle mode effimere». La sua più grande soddisfazione è stata quella di aver creato dei capi “immortali”, che ancora oggi sono oggetto di ricerca delle nuove generazioni.

La lettera dei collaboratori e della famiglia

«In questa azienda – si legge nella lettera di collaboratori e familiari – ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l’ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione». Eppure, nonostante la scomparsa del fondatore, c’è ancora la voglia di portare avanti l’impresa, visto che: «È proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore».

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di Gabriele Caramelli - 5 Settembre 2025