
Immagini in vendita sul web
È ancora attivo il sito che ruba i video dalle camere da letto degli italiani: già denunciate 150 violazioni
C’è un nuovo sito sessista che è facilmente raggiungibile dai motori di ricerca ed è ancora attivo e non è stato ancora bloccato. Sull’indirizzo web vengono vendute registrazioni a sfondo audiovisivo, prevalentemente a sfondo pornografico e trafugate illecitamente da oltre 2mila videocamere di sorveglianza domestiche. Nel mirino anche altri luoghi come centri estetici e studi medici.
A darne notizia è stata la società trevigiana Yarix, un centro di competenza della Var group, che ha reperito il sito sul “clear web”. A quanto pare, la pagina è attiva da dicembre 2024 e garantisce di visualizzare gratuitamente alcuni brevi estratti delle registrazioni e offrendo anche la possibilità di accedere alla videocamera, attraverso la possibilità di accedere a ulteriori contenuti o addirittura al controllo della telecamera. Come hanno spiegato i tecnici, il sito è accessibile senza registrazione e propone formule di pagamento con cifre variabili a seconda della popolarità e al numero delle visualizzazioni del video. Attualmente, per l’Italia, sono stati individuati circa 150 video.
Il nuovo sito sessista che garantisce l’accesso alle telecamere private
Con un bot Telegram costruito ad-hoc, si può acquistare l’accesso ad una o più videocamere. Il prezzo per ognuna di queste cambia a seconda da circa 20 a 575 dollari americani. Tra le registrazioni audiovisive ce ne sono alcune che hanno raggiunto le 20mila visualizzazioni. Per giunta, i video sono classificati in base al luogo, alla stanza, alle persone e alle attività registrate. La ricerca dei contenuti si può eseguire con una normale barra di ricerca con i tag, che selezionano il contenuto sulla domanda. Successivamente il team di Yarix ha analizzato l’Id delle telecamere, per poi apprendere che le registrazioni arrivano da Paesi europei ed extra Ue. Inoltre, il numero di videocamere accessibili è anche in aumento.
Dov’è il dominio del portale?
Secondo la ricostruzione, il dominio del portale è situato alle isole Tonga, nel Sud Pacifico. “Il ricorso a domini extra europei – proseguono da Yarix – è verosimilmente motivato a ragioni legate all’anonimato del gestore del sito e alla flessibilità legale: alcuni stati non richiedono verifiche rigorose sull’identità dell’acquirente, rendendo più facile registrare un dominio senza lasciare tracce personali evidenti”. Peraltro, “spesso non hanno accordi di cooperazione legale con altri stati, oppure hanno leggi meno restrittive in materia di privacy e contenuti online”. Tutto questo rende più difficile l’ottenimento dei dati e la chiusura del sito per le autorità estere.
Nella sezione “About” del sito si possono trovare le motivazioni che avrebbero spinto i gestori a creare questo portale, tra cui “attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema della fuga di dati personali causata da imperfezioni nell’hardware e nel software”. Ma le scusanti non reggono e infatti Yarix ha scelto di denunciare quanto accaduto al Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Venezia e dunque alla Polizia postale, con cui ha già firmato un protocollo di intese nel 2016. La società italiana ha già collaborato a una serie di inchieste, come il caso Miano contro il Ministero di Giustizia.