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Carlo Sassi è morto: chi era il re della moviola e perché è stato il padre di tutti i Var

Il cordoglio della Rai

Carlo Sassi è morto: chi era il re della moviola e perché è stato il padre di tutti i Var

Cronaca - di Giovanni Pasero - 28 Settembre 2025 alle 12:28

È morto Carlo Sassi, storica voce della moviola della Domenica Sportiva. Nato a Milano, aveva 95 anni. Grande appassionato di calcio, tentò anche la carriera da calciatore e, dopo un provino fallito per l’Inter, giocò per alcuni anni in serie C e nei dilettanti.

Venne assunto in Rai dal 1960, dove lavorò fin da subito per La Domenica Sportiva. Fu grazie a lui che divenne popolare la moviola, lanciata da Enzo Tortora, che allora conduceva la trasmissione, nel ’95. Il suo esordio avvenne il 22 ottobre 1967 con il gol fantasma di Gianni Rivera nel derby tra Inter e Milan. Sassi curò prima la moviola insieme a Bruno Pizzul, poi divenne titolare di una rubrica intitolata Pronto moviola, in cui commentava gli episodi di persona ascoltando il parere dei calciatori. Rimase alla Domenica Sportiva fino al 1991 prima di condurre, assieme a Sandro Ciotti, Quasi Gol e di affiancare Fabio Fazio e Marino Bartoletti in Quelli che il calcio dal 1993 al 2001.

La Rai: ha cambiato il modo di raccontare il calcio

«La Rai esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Carlo Sassi, giornalista e storico volto della Domenica Sportiva. Pioniere dell’uso della moviola, introdotta nel 1967, ha cambiato il modo di raccontare il calcio e lo sport in televisione. Con rigore e passione ha accompagnato per decenni i telespettatori, lasciando un segno indelebile nella storia del giornalismo sportivo italiano».

Appassionato di calcio (e con un breve passato da calciatore), originariamente tifoso dell’Inter, è divenuto col tempo un sostenitore della Cremonese per l’amicizia con lo storico presidente grigiorosso Domenico Luzzara. 

La moviola e Carlo Sassi: un binomio indissolubile

La moviola, antesignana della Var, nasce la sera del 22 ottobre 1967, alla Domenica Sportiva.

Stagione 1967-68, a San Siro c’è in palio il derby. Da una parte il Milan, alla caccia del nono scudetto: dall’altra la Grande Inter di Helenio Herrera, giunta ormai alla fine del ciclo vincente. Al 57’ i nerazzurri passano in vantaggio con Benitez, abile a battere Betti dopo un’azione manovrata. Il Milan preme alla ricerca del pareggio. Al 78’ l’episodio chiave: il tiro di Rivera colpisce la traversa e poi rimbalza sulla linea di porta. È rete o no? L’arbitro, allora giacchetta nera, D’Agostini non ha dubbi: assegna il gol del definitivo pareggio ai rossoneri. I giocatori dell’Inter e il resto d’Italia di dubbi ne hanno parecchi.

Al termine della partita, negli studi Rai, due giovani giornalisti – Carlo Sassi e Heron Vitaletti – si

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stanno occupando del montaggio della partita. Discutono sulla rete di Rivera, che pare non raccontarla giusta. Mandano avanti e indietro le immagini, alla ricerca di conferme. Ad un tratto, ecco la scintilla: Carlo Sassi si accorge di un dettaglio, che tale non è. Dopo aver colpito la traversa, la palla rimbalza a terra. Provocando una piccola esplosione di polvere bianca: è il gesso della linea di porta. E se il pallone ha toccato la riga, significa che non è entrato del tutto. E che quindi non è gol. L’Inter aveva ragione: D’Agostini si era sbagliato.

Quell’azione rivista al ralenty – argomentata dai due giornalisti – verrà trasmesso in tutte le case degli italiani durante la Domenica Sportiva. Nasce così il mito del gol fantasma, ma soprattutto quello della Moviola. Da quella sera ogni episodio dubbio sarà sottoposto al giudizio asettico dello strumento. Che in tv diventa dominio esclusivo di Carlo Sassi. Un nome che, per definizione, diventerà da lì in avanti sinonimo di moviola.

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di Giovanni Pasero - 28 Settembre 2025