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Vita dura per gli utenti del pezzotto: i titolari dei diritti sul calcio potranno chiedere risarcimenti

Lotta alla pirateria

Calcio, il pezzotto costa caro: le tv potranno chiedere il risarcimento agli utenti dei canali illegali

I titolari dei diritti hanno chiesto e ottenuto dall'autorità giudiziaria i nomi dei "furbetti" dello streaming. Il ceo di Dazn: «Un’azione risarcitoria, che può ammontare a diverse migliaia di euro, equivale a circa dieci anni di abbonamenti legali»

Cronaca - di Agnese Russo - 10 Settembre 2025 alle 16:27

Rischia di essere molto salato il costo del pezzotto per chi guarda il calcio sui canali illegali: l’autorità giudiziaria ha accolto la richiesta dei detentori di diritti di avere i nomi degli oltre 2mila utenti, distribuiti su 80 province, abbonati a Iptv abusivi già sanzionati dalla Guardia di Finanza negli ultimi mesi e nei confronti dei quali ora potranno essere mosse azioni legali per chiedere il risarcimento del danno.

La decisione dell’autorità giudiziaria

Gli utenti coinvolti erano stati identificati nell’ambito di un’operazione condotta dal Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza di Roma e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce, coordinato dalla locale Procura. Le indagini avevano permesso di smantellare un’infrastruttura Iptv che trasmetteva contenuti in violazione della legge sul diritto d’autore, risalendo agli utilizzatori grazie a un’analisi dettagliata di dati anagrafici, bancari e geografici. L’autorizzazione della Procura competente ha consentito la trasmissione dei dati ai titolari dei diritti, che ora dispongono delle informazioni necessarie per poter agire in sede civile e amministrativa.

Per gli utenti delle piattaforme illegali il pezzotto può costare molto caro

Da inizio anno, sono quasi 2.500 gli utenti pirata sanzionati e oltre 3.000 sono quelli attualmente in fase di identificazione. «Un’azione risarcitoria, che può ammontare a diverse migliaia di euro, equivale a circa dieci anni di abbonamenti legali. Tifare dallo stadio o da casa in modo legale è una scelta sicura per chi guarda e l’unico modo per tenere vivo lo spettacolo che amiamo. Un sentito grazie alle forze dell’ordine ed a tutte le istituzioni per il loro lavoro», ha avvertito Stefano Azzi, Ceo di Dazn Italia, sottolineando quindi che «guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo. Non è gratis. Non è senza conseguenze».

La necessità di una «svolta culturale»

«La lotta alla pirateria non riguarda soltanto chi gestisce le piattaforme illegali: anche chi sceglie di utilizzarle deve essere consapevole di compiere un vero e proprio furto, con conseguenze reali», ha sottolineato poi Andrea Duilio, Ceo di Sky Italia, per il quale «questi comportamenti illeciti non solo danneggiano i titolari dei diritti, ma minano interi settori economici e mettono a rischio il lavoro di tante persone. Solo una maggiore consapevolezza può contribuire a una svolta culturale che è ormai indispensabile».

Per l’Ad della Lega Calcio Serie A, Luigi De Siervo, «si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che “chi sbaglia paga”. Da oggi, infatti, chi sceglie di vedere contenuti piratati, oltre a essere perseguito e multato dalla Guardia di Finanza, dovrà risarcire i licenziatari dei diritti sfruttati illegittimamente. Finalmente volge al termine l’epoca dell’impunità: il cerchio intorno ai pirati digitali si stringe di mese in mese attraverso un cambio di passo decisivo nella lotta alla pirateria».

Il generale Sciaraffa: «Ma c’è un effetto positivo: i sanzionati collaborano»

Il generale Crescenzo Sciaraffa, comandante del Nucleo speciale beni e servizi, ha voluto segnalare «un positivo effetto che il Corpo ha rilevato durante le fasi di notifica a domicilio delle sanzioni: emerge, infatti, la volontà di collaborare del sanzionato che, in alcuni casi, oltre a regolarizzare il pagamento della sanzione all’Erario, ha responsabilmente comunicato alle Fiamme Gialle nuovi dati e notizie sugli organizzatori delle illecite attività, consentendo di attualizzare le investigazioni sulla pirateria». «La pirateria – ha ricordato il generale – costituisce un moltiplicatore di illegalità: alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata e danneggia il tessuto produttivo tecnologico nazionale, gli operatori corretti e gli utenti regolari».

 

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di Agnese Russo - 10 Settembre 2025