
La denuncia di FdI
Vandalizzata la targa di Norma Cossetto, la truce rivendicazione di ‘Genova antifascista’: no foibe, no party
È stata rimossa domenica notte la nuova targa dedicata alla studentessa martire delle Foibe e medaglia d’oro al valore civile Norma Cossetto, collocata nel 2025 tra via Boine e salita Oregina in sostituzione della precedente targa più volte vandalizzata e che era stata posta dal Comune di Genova sul belvedere di Oregina nel 2022. A denunciare l’accaduto è il dipartimento cultura Fratelli d’Italia Genova, che denuncia la “rivendicazione dei soliti noti di Genova Antifascista”.
“Il Comune di Genova condanni l’accaduto”
“La targa è stata divelta da suo supporto nella notte scorsa. Oltre a chiedere la condanna di tutte le forze politiche, delle persone di buona volontà del quartiere e della società civile genovese, facciamo notare che tale vile gesto sarebbe stato disprezzato dallo stesso capo partigiano Aldo Gastaldi ‘Bisagno‘ ricordato nella stele, che si distinse durante la guerra civile anche nel suo distanziarsi quanto possibile da atti efferati, tanto da porsi diverse volte in contrasto con l’ala stalinista del movimento partigiano sino alla sua controversa morte il 21 maggio 1945″.
I soliti noti di Genova antifascista e l’oltraggio a Norma Cossetto
“Chiediamo inoltre al Comune di Genova e Regione Liguria – prosegue la nota – di condannare l’accaduto, e di rispondere con convegni, conferenze e delibere comunali e regionali per distribuire nelle scuole e nelle biblioteche libri sulle Foibe e l’Esodo, sensibilizzando Comuni, Municipi e biblioteche pubbliche a comunicare ai cittadini la storia delle terre italiane d’Istria e della Dalmazia e dei suoi abitanti, specie ora che su questi fatti dimenticati per decenni soffia un vento giustificazionista, riducente in maniera faziosa le Foibe alla “sola reazione ai crimini del fascismo”, e mascherando così la realtà del disegno egemonico di Tito su quelle terre, perseguito senza scrupoli dalla famigerata Ozna, con l’uccisione sistematica dei «nemici del popolo», stragi che non videro vittime solo tra gli italiani, ma anche e soprattutto tra gli sloveni, croati e serbi, stessi, assassinati e gettati in foibe e miniere”.