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Ucraina, le reazioni isteriche degli strateghi falliti: da Conte a Bonelli al Pd, facile fare i maestrini da spiaggia…

Gufi di mestiere

Ucraina, le reazioni isteriche degli strateghi falliti: da Conte a Bonelli al Pd, facile fare i maestrini da spiaggia…

La partita che i leader europei e Meloni stanno giocando sulla via degli "spiragli di pace" è complicata ma possibile. Ma dalle opposizioni imperversano i "guastatori": Conte e Bonelli i peggiori

Politica - di Adriana De Conto - 16 Agosto 2025 alle 16:32

Si aprono finalmente spiragli di pace per l’Ucraina. Il contenuto della nota congiunta dei leader europei e prima ancora della premier Meloni evidenziano l’intelaiatura di un accordo a cui si lavora e si lavorerà. Ed è così che mentre la politica con la P maiuscola tenta di approcciare con spirito costruttivo quanto emerso dal vertice in Alaska, ci sono gli strateghi da strapazzo “sotto l’ombrellone” che si lasciano andare a crisi isteriche. Conte, Picierno, Faraone, Della Vedova, Bonelli: insomma tutto l’arco fallito del campo largo fa il controcanto. Dall’Alaska ae piccole polemiche miserevoli è un attimo. C’è chi cerca soluzioni – “complicate ma possibili” e si spende in ogni contesto internazionale. E ci sono i maestrini che dicono che no, non si fa così.

Conte reazione isterica: Imbarazzante Meloni

Una carrellata di “gufate”. I “guastatori” vergano post di fuoco.  Giuseppe Conte giudica “imbarazzante” l’esultanza di Giorgia Meloni e irride allo sforzo congiunto dei leader europei. “Ora all’Europa del Riarmo – che non è stata costruttrice di canali di pace, soprattutto quando l’Ucraina era senza dubbio più forte ai tavoli – non resta che il ruolo da comprimario e augurarsi che lavorando duramente con pieno coordinamento diplomatico si imposti una pace giusta e ragionevole. È imbarazzante leggere nero su bianco l’esultanza di Meloni per “spiragli per discutere di pace” dopo la politica guerrafondaia e ostile a negoziati condotta da Chigi in questi anni”. Post surreale del presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. Parole rancorose tese a screditare il governo, l’Europa. Tese a stabilire “chi ha vinto” la gara di popolarità al vertice di Anchorage.

Conte all’attacco del governo Meloni

Non sanno che la pace si costruisce con pazienza, com in una partita a scacchi. Conte sprizza veleno, tuona come se non ci fosse un domani: “La strategia scelta dall’Europa si è rivelata completamente fallimentare. Non basta certo una foto o una telefonata per ribaltare questo dato di realtà”. Come intenda procedere sulla via diplomatica non è dato sapere. Di una cosa saremo e siamo sicuramente protagonisti: i costi dei danni e della ricostruzione in Ucraina, i costi del folle “riarmo”, le ricadute dei costi del gas e dell’energia. Ovviamente gli oneri e i costi di questa strategia fallimentare non li pagano Meloni e soci, che per 3 anni hanno rifiutato sdegnati l’ipotesi negoziale continuando invece a puntare sull’escalation militare. Li pagano cittadini e imprese con costi dell’energia alle stelle, carovita, investimenti record in armi mentre si tagliava in altri settori, dalla sanità alla scuola”. Insomma, dici Alaska e Giuseppi parla del governo Meloni.

Passa l’idea italiana

Non sa neanche leggere le agenzie: “Il Presidente Trump ha oggi ripreso l’idea italiana di garanzie di sicurezza che si ispirino all’articolo 5 della Nato“. Così ha segnalato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il punto di partenza della proposta – spiega – è la definizione di una clausola di sicurezza collettiva che permetta all’Ucraina di beneficiare del sostegno di tutti i suoi partner, Usa compresi: pronti ad attivarsi nel caso sia attaccata di nuovo”. La premier ha evidenziato come gli Stati Europei rimangano “uniti nel sostegno all’Ucraina in questa fase di trattative. La strada per la pace non è semplice, ma è importante che sia stata intrapresa”.

Schlein: Fuori posto toni trionfalistici del Governo

Arriva Schlein che dà la sua versione: “Sul vertice di ieri tra Trump e Putin i toni trionfalistici del Governo sono fuori posto. L’Ucraina non c’era. L’Ue non c’era. Trump non ha ottenuto nulla da Putin, se non di riabilitarlo accogliendolo con tutti gli onori sul tappeto rosso”. Arriva tardi anche lei: “Per costruire una pace giusta saranno fondamentali le garanzie di sicurezza da fornire all’Ucraina, ed è qui che l’Ue e gli Usa devono fare la propria parte insieme per contribuire ad una pace vera, giusta e duratura”. Infatti i leader europei sono concordi proprio su questo punto, le lezioncine di Elly non servono.

C’è chi suggerisce la strategia del muro contro muro

Eppure, niente da fare. Un’altra stratega sotto l’ombrellone pontifica. Pina Picierno parla di un vertice “decisamente fallimentare”. “Quello che colpisce, al di là del nulla di fatto raggiunto da Trump, è l’atteggiamento della più grande democrazia del mondo ridotta a una sorta di servilismo nei confronti di un criminale, di un dittatore accolto con applauso e tappeti rossi da Trump che, addirittura, si fa dare lezioni di democrazia da un dittatore”, tuona la vice presidente del Parlamento europeo del Pd.

Parlano i Soloni: Ue ininfluente

C’è chi come Benedetto della Vedova si preoccupa di chi “ha vinto”, teso ad accreditare la tesi di un Putin mattatore e di un Trump in balia dell’avversario. Non è questo che conta, bisognerebbe dire. All’interno delle parole dei gesti, dello show, ci sono le sfumature. Gli “spiragli”, appunto, sui quali costruire, trattare. Invece l’esponente di +Europa suggerisce la strategia del muro contro muro: “Se si vuole davvero la fine del conflitto in Ucraina, Putin non va blandito ma messo in difficoltà”. Quindi l’attacco alla premier: “Inutile illudersi come fa Meloni che nulla sia cambiato con Trump alla Casa Bianca: bisogna prenderne atto e muoversi verso gli Stati Uniti d’Europa prima che sia tardi”.

Poteva mancare Angelo Bonelli? Il quale scopre che “la pace oggi è nelle mani di due autocrati come Trump e Putin, che lavorano al riarmo e non a fermare la guerra. E’ un fatto che deve preoccupare tutti, perché  mentre loro trattano sul futuro del mondo, l’Unione Europea resta senza un ruolo vero”. Non è così.  Il percorso verso la pace è complicato ma possibile, come dice Meloni. Una cosa è certa, il centrosinistra manca della grammatica elementare di una partita di cui8 ha perso completamente la bussola. Intanto domani ci sarà un altro tassello. Si collegherà anche la premier Giorgia Meloni alla riunione alle 15 della coalizione dei volenterosi copresieduta da Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz, in vista dell’incontro di lunedì a Washington tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Dunque altri passi puntelleranno la via diplomatica. Parlare troppo presto è infantile, politicamente irrilevante.

Dalle opposizioni sembra di ascoltare solo uccelli del malaugurio, quasi si augurassero che tutto vada a scatafascio. Non conoscono la dolce ebbrezza del dubbio, delle aspettative. “L’Europa non si faccia illusioni srive sui social Lia Quartapelle, deputata del Pd. Ma da che parte stanno tutti questi strateghi?

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di Adriana De Conto - 16 Agosto 2025