
Il cinema in lutto
Terence Stamp, addio al cattivo che oscurò Superman e stregò persino Pasolini e Fellini
Dagli esordi negli Swinging Sixties al rifiuto di James Bond, dalla fuga in Italia al ritorno sui grandi schermi: la vita irregolare di un attore che fece della sua inquietudine un marchio indelebile
Se n’è andato con il massimo riserbo, lasciando che fossero i familiari a dare la notizia alle agenzie di stampa. Terence Stamp, volto magnetico del cinema britannico, è morto a 87 anni. Lo chiamavano “il maestro del cupo silenzio”, perché a lui bastava lo sguardo per imprimersi nella memoria. Non servivano parole, né gesti forzati: il suo physique du rôle gli permetteva di incarnare il male con sublime eleganza, rendendolo il cattivo per eccellenza nella storia del cinema.
Terence Stamp il cattivo per eccellenza
Nella memoria popolare, il suo nome resta legato a un villain che fece scuola: il Generale Zod del primo Superman. Erano gli anni Settanta, e quel ruolo trasformò Stamp in una figura di culto internazionale. All’epoca i cinecomics non avevano ancora colonizzato le sale, ma il suo antagonista riuscì a sovrastare persino l’iconico Lex Luthor di Gene Hackman, in una contesa di bravura che arricchì il primo Superman con Marlon Brando nel cast. Stamp possedeva lo charme perfetto per rappresentare la minaccia: gelido, implacabile, crudelmente seducente. Quel personaggio gli restituì la ribalta dopo anni di smarrimento, diventando per lui ciò che Iron Man rappresenterà decenni più tardi per Robert Downey Jr.: un ritorno inatteso, la possibilità di rinascere.
Troppo irregolare per Hollywood
Stamp era un attore che non poteva essere incasellato. Troppo spigoloso, troppo fuori dagli schemi hollywoodiani, distante dall’immagine rassicurante che l’Inghilterra voleva offrire in quegli anni. Persino il ruolo di James Bond, offertogli dopo l’addio di Sean Connery, svanì subito. Lui lo sapeva, credeva addirittura di poter cambiare l’immagine stessa di 007, ma nessuno era pronto ad accettarlo.