
I guai di Elly
Regionali, nessuna pace tra Decaro e Emiliano, in Calabria oggi il giorno decisivo per evitare la scissione
L'europarlamentare affila le armi ed è pronto a dire no a Bari, mentre a Catanzaro i centristi danno l'ultimatum alla coalizione e prospettano una fuga se non si scioglieranno le riserve. Schlein e Conte in difficoltà
Altro che Alaska pugliese. Il comunicato in salsa sovietica dell’incontro tra Antonio Decaro e Michele Emiliano, “per gettare le basi per il futuro” nasconde la polvere sotto il tappeto. La Puglia è nel caos e l’europarlamentare è pronto alla rinuncia. Il Pd si trova davanti il problema serio anche in Calabria dove il timing dice che se entro oggi non viene indicato un candidato gradito a tutte le forze c’è il rischio concreto di una scissione.
Decaro pronto a rinunciare
“Stamattina insieme al segretario regionale del Pd Domenico De Santis, Antonio Decaro, Michele Emiliano e Igor Taruffi si sono incontrati a Bari. L’incontro è stato cordiale e costruttivo e si sono poste le basi per un lavoro comune per il futuro della Puglia”. Con queste poche righe il Nazareno ieri aveva pensato di liquidare le tensioni a Bari. Ma Decaro non vuole Emiliano nelle liste, e né Nichi Vendola. E si gioca la credibilità su questo punto essenziale. Il “vedetevela voi” di Schlein sembra destinato a non sortire effetti.
L’ex sindaco gode di una fiducia diffusa all’interno del partito, fuori dalla sua regione, e sta pensando seriamente di rinunciare a candidarsi. Per poi lanciare l’assalto alla segreteria nazionale in caso di insuccesso soprattutto nelle Marche e in Calabria, dove la tensione è ancora più evidente.
Vendola: “Una fiction interna al Pd, nessuno può rottamare”
”Io vengo chiamato in causa solo per ragioni di fiction. La contesa, trasparente nelle sue ragioni politiche, è tutta dentro il Pd” perché ”riguarda, dal punto di vista di Decaro, il diritto a esercitare una reale discontinuità rispetto al modello di governo di Emiliano”. Lo dice in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Nichi Vendola, ex governatore della Puglia, leader storico della sinistra. ”In ogni caso nessuno può arrogarsi il diritto di rottamare a casa degli altri. Sarebbe salutare chiudere quanto prima questa diatriba intestinale e dedicarci a discutere del futuro dei pugliesi: cosa faremo contro la crisi climatica e contro l’inverno demografico? Che Puglia immaginiamo?”. Vendola comunque conferma di restare in campo. ”È del tutto evidente”. Quanto a Decaro ”nessun consiglio”, solo gli ”auguro un pizzico in più di sincerità e di coraggio politico”, aggiunge l’ex governatore.
La Calabria nel guado
In Calabria le dimissioni di Roberto Occhiuto, dopo l’inchiesta per corruzione, con il voto fissato al 5 e 6 ottobre, hanno lasciato il centrosinistra in panne. Resta in piedi ipoteticamente la candidatura di Pasquale Tridico, l’unico nome dei Cinquestelle gradito agli alleati. Nessun accordo è possibile sul nome di Vittoria Baldino, vicecapogruppo alla Camera. No anche a Flavio Stasi, indicato da Avs. Se salta definitivamente Tridico le ipotesi possibili sono Nicola Irto, Giuseppe Falcomatà e il sindaco di Cosenza, Franz Caruso. Nel pomeriggio i riformisti (Azione, Italia Viva, socialisti) terranno un incontro. L’ipotesi scissione non è da scartare.
Schlein e Conte in difficoltà
La gestione del caso Puglia e i tatticismi calabresi mostrano due leader in difficoltà: Elly Schlein e Giuseppe Conte. Nella regione calabrese addirittura a 17 giorni dalla scadenza della presentazione delle liste i due principali partiti giocano ancora a risiko. Mettere sul tavolo il nome di Tridico per poi proporre Baldino è stata una tattica dorotea che Conte ha sbagliato profondamente. Mentre Schlein dimostra di non avere alcuna conoscenza del territorio. Work in regress direbbero gli inglesi.
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