
L'esclusiva del Secolo
Rapì una neonata in una clinica di Cosenza, la perizia che inchioda Rosa Vespa: “Capace di intendere”
Paolo De Pasquali definisce istrionica la signora che compì il rapimento a Cosenza, esclude categoricamente la follia come causa e mette in evidenza il castello di bugie costruito per inscenare la finta gravidanza
Rosa Vespa, la donna che nel gennaio scorso rapì una neonata alla clinica Sacro Cuore di Cosenza, è pienamente capace di intendere e di volere. E’ questa la conclusione della perizia depositata dal consulente del Pm, Paolo De Pasquali. La donna attualmente si trova ai domiciliari.
La perizia su Rosa Vespa
La perizia del Pm, Antonio Bruno Tridico, non è affidata a uno qualsiasi ma a Paolo De Pasquali, criminologo e docente a Firenze, allievo di Francesco Bruno, tra i più grandi criminologi italiani. In 49 pagine De Pasquali ha illustrato gli esiti della valutazione effettuata su Rosa Vespa. Che agì insieme al marito, per il quale Procura ha chiesto l’archiviazione, e che rapì la neonata dopo avere simulato una gravidanza inesistente. L’uomo, Moses Omogo, si dichiarò estraneo a tutto e per gli inquirenti disse la verità.
De Pasquali scrive che la donna è “capace di intendere e di volere e presenta un disturbo di personalità di tipo misto con prevalenza istrionica”. De Pasquali sottolinea come “i disturbi di personalità siano semplici deviazioni della norma,” e come la signora Vespa non abbia mai, “presentato una sintomatologia psicotica ( allucinazioni e deliri)”. In sostanza non si tratta di follia.
La spiegazione del delitto
De Pasquali scrive magistralmente sull’epigenesi del delitto compiuto da Vespa (la bambina fu ritrovata pochissime ore dopo e riconsegnata alla famiglia): “L’opinione pubblica, si potrebbe chiedere, esclusa la follia, quale siano stati le ragioni di un simile comportamento. Certamente il disturbo di personalità ha influito sull’accaduto”. “Dobbiamo andare a cercare-scrive il criminologo- al di là della malattia mentale grave le ragioni che hanno spinto la signora Vespa all’agito”.
La pseudologia fantastica
Il perito, citando Biswanger ma anche Sartre, parla di ‘pseudologia fantastica’. “La Vespa ha provato ad evadere dalla sua realtà penosa, costruendosi e costruendo una bugia”. La donna non ha trovato il coraggio di ammettere a se stessa di non essere incinta, costruendo una realtà parallela.
De Pasquali cita Karl Jaspers (il padre della psicopatologia) illustrando la pseudologia fantastica che si aggancia alla mitomania di Rosa Vespa. Gli individui affetti da pseudologia fantastica creano storie elaborate e spesso fantasiose, che possono essere facilmente confutate, con l’obiettivo di impressionare gli altri, evitare situazioni imbarazzanti o aumentare la propria autostima. Sono i cosiddetti mitomani, quelli raccontano cose inverosimili e poco credibili.
Per il criminologo, la signora, ” ha messo in atto bugie su bugie, che hanno prodotto un effetto ‘marea montante’ “.
La messinscena consapevole
Si legge ancora nella perizia del Pubblico Ministero, che Rosa Vespa, “ha provato ad evadere dalla condizione di ‘donna a metà‘ (che non era riuscita a diventare madre) attraverso la realizzazione di una fantasia fortemente voluta che è diventata un autoinganno”.
Il perito analizza poi tutta le cose fatte da Vespa (analisi, prenotazioni alberghiere, comunicazioni ai parenti) come un quadro che conferma questa sorta di realtà inventata nella quale la donna a volte si immerge.
Un quadro analitico che conduce all’epigenesi e motiva una scelta che, all’interno di una dinamica soggettiva, ha una sua logica.
La piena capacità di intendere
Paolo De Pasquali smonta qualsiasi ipotesi alternativa di fratture psicotiche (inesistenti) nell’agire della signora cosentina. Analizza e spiega le ragioni di un accaduto che sembra incomprensibile ma non è mai dettato da azioni deliranti o sconnesse.
Definisce moderata la pericolosità sociale della donna, che ha sviluppato un disturbo dell’adattamento con deflessione dell’umore, dettato sia dalla custodia in carcere, sia dal disvelarsi di un progetto illusorio.
Cosa succederà ora
Per il marito, Moses Omogo, si va verso l’archiviazione, seppure la parte civile abbia chiesto alla Procura di allargare ulteriormente il campo delle indagini. Probabile che la difesa chieda il rito abbreviato condizionato a un’ulteriore perizia in sede di giudizio.