
Ennesima ingiuria
Ramelli, ancora sfregi, vandalizzata la sua targa. La Russa: “Non sarà la vernice a cancellarne il ricordo. Sergio vive”
Un altro scempio alla memoria di Sergio Ramelli. Balordi a Milano hanno ricoperto con vernice rossa quella scritta che ne ricorda la sua barbara uccisione. Vandali hanno imbrattato quella targa messa lì lo scorso aprile a Novate, nell’hinterland milanese. Già allora alcuni esponenti dell’Anpi avevano mugugnato e l’avevano contestata. Non c’è pace per Ramelli massacrato a colpi di chiave inglese da un gruppo di militanti di Avanguardia Operaia il 13 marzo del 1975: per la sola colpa di aver scritto un tema sui crimini delle Brigate Rosse.
Morì in ospedale dopo 47 giorni di agonia, il 29 aprile. Aveva appena 18 anni.
Ramelli, targa sfregiata. Ira La Russa
Tutta la condanna verso l’ennesimo oltraggio arriva dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Si è ripetuto un gesto che offende non solo il ricordo di un giovane ucciso per le sue idee, ma anche il valore della memoria storica», ha scritto sui suoi canali social. La memoria storica è «un valore che, in una Nazione civile, deve essere rispettato e custodito, a prescindere dal colore politico. I responsabili sappiano che non sarà la vernice a sporcare o a cancellarne il ricordo. Sergio Ramelli vive».
FdI: “Gesto vile”
Non ci sta all’ennesima provocazione Riccardo De Corato: «Vanno rintracciati al più presto i responsabili», commentato il deputato di FdI ed ex vicesindaco di Milano. «Come loro di sinistra, giustamente, ricordano le persone care non più presenti, è giusto», aggiunge, «che anche noi di destra facciamo altrettanto. A differenza di questi nostalgici, però, noi mai ci opporremo alle loro manifestazioni/iniziative; non protesteremo mai. E come ha ribadito anche la mattina stessa dell’inaugurazione a Novate il Presidente del Senato, noi ricordiamo ancora l’omicidio dei poveri Fausto e Iaio, frequentatori del Centro Sociale ‘Leoncavallo’, il 18 marzo 1978 di cui ancora non si è resa giustizia».
Aggiunge il deputato di Fratelli d’Italia, Umberto Maerna commentando con Libero quanto accaduto: «Il sacrificio di Sergio continua a vivere, come monito e come testimonianza per chi crede davvero nella democrazia e nel rispetto delle idee altrui. Ricordo che già la mattina stessa dell’inaugurazione, lo scorso 28 aprile, lo stesso era già stato sfregiato e durante la cerimonia; dove tra le varie autorità presenti c’erano anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, i sottosegretari di Stato Paola Frassinetti e Isabella Rauti, fummo contestati a suon di urla e insulti, da alcuni vecchi nostalgici di sinistra».
«È un gesto vile che ci rammarica profondamente, perché va ad esacerbare gli animi ponendosi in netto contrasto con l’obiettivo per il quale era stato eretto il monumento: ovvero stigmatizzare l’odio politico», scrive in una nota la deputata di Fratelli d’Italia, Grazia Di Maggio, responsabile comunicazione del partito in Lombardia: «Sergio Ramelli era un giovane innocente, figlio d’Italia, brutalmente assassinato per aver difeso le sue idee politiche, il suo esempio deve insegnare alle nuove generazioni che la violenza mai deve prevalere sul dialogo e il leale confronto che sono il sale della democrazia».