
Lo Stato c'è: e risponde
Minacce all’eurodeputata Cisint, il bengalese che le ha urlato “ti taglio la gola” espulso: per pericolosità sociale
Un segnale di fermezza. In mezzo alla folla indignata e inorridita, ha minacciato di morte l'ex sindaco di Monfalcone: ieri sera l'immigrato è stato espulso. La sua condotta, alla quale si aggiungono precedenti episodi di danneggiamento e disturbo della quiete pubblica, ha determinato il provvedimento che gli è stato notificato mentre era in procinto di lasciare l'Italia con un volo in partenza dall'Aeroporto di Venezia, con destinazione Doha
La notizia che ha scosso Monfalcone, dove l’ex sindaco e neo-eurodeputata della Lega, Annamaria Cisint, è stata minacciata di morte in pieno centro, registra la sua attesa conclusione. L’uomo, un cittadino bengalese che ha urlato contro l’esponente leghista «le taglio la gola» in una piazza pubblica, è stato espulso dall’Italia per pericolosità sociale. Un provvedimento necessario, che pone l’accento sul giro di vite indispensabile per non tollerare – e continuare a incassare – comportamenti violenti di stampo intimidatorio.
Gorizia, minacciò di morte l’ex sindaco Cisint: bengalese espulso per pericolosità sociale
Sì, perché quello andato vergognosamente in scena in mezzo a una folla inorridita e scioccata, non è stato il frutto di un semplice alterco o di una lite degenerata. La minaccia, plateale e inequivocabile, sferrata con veemenza verbale di fronte a un’istituzione come il municipio, ha un significato che va ben oltre il singolo gesto. L’uomo ha agito in un contesto di forte tensione. E contro una personalità politica nota per le sue battaglie contro l’integrazione fallimentare, e la proliferazione di centri di preghiera islamici non autorizzati. La minaccia di sgozzamento, poi, rimanda a un gesto simbolicamente legato a forme di brutalità di stampo integralista. Una brutalità verbale che non può essere derubricata a un semplice sfogo di rabbia.
Il provvedimento notificato al bengalese in aeroporto
Così, dopo indignazione e paura, è arrivata la risposta dello Stato con richiamo alla legge e ossequio alla pubblica sicurezza. La Polizia di Stato di Gorizia, con la collaborazione della Polizia di Frontiera dell’Aeroporto Marco Polo di Venezia, ha notificato nel tardo pomeriggio di ieri il decreto del Questore di Gorizia di diniego all’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno e contestualmente, il provvedimento di espulsione del Prefetto di Gorizia all’immigrato bengalese residente nel comune di Monfalcone.
Un atto intimidatorio che va oltre la semplice minaccia. I precedenti dell’uomo
La condotta dell’uomo, alla quale si aggiungono precedenti episodi di danneggiamento e disturbo della quiete pubblica, ha determinato nei suoi confronti il rigetto della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Ne è seguita, poi, l’adozione del provvedimento espulsivo poiché privo di titolo autorizzatorio a permanere sul territorio nazionale. Gli agenti hanno notificato i provvedimenti al bengalese poco prima che lui si accingesse a lasciare l’Italia con un volo in partenza dallo scalo veneziano: destinazione Doha.
La risposta dello Stato per la sicurezza e contro violenza e intolleranza
La risposta dello Stato, con l’espulsione, è un segnale di fermezza che rafforza il senso di sicurezza e ripristina l’autorità delle istituzioni. Si è agito con rapidità e decisione, riconoscendo la gravità del gesto. E la sua potenziale pericolosità. L’espulsione, insomma, non è solo una punizione mirata al singolo soggetto. O per il singolo episodio, ma un messaggio chiaro a chiunque pensi di poter importare nel Paese modelli di intolleranza e di violenza estrema.