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Milano, “ambasciator non porta pena”. Ma i pro-Pal non lo sanno e provano l’assalto al consolato egiziano (video)

Insulti ai militari italiani

Milano, “ambasciator non porta pena”. Ma i pro-Pal non lo sanno e provano l’assalto al consolato egiziano (video)

Politica - di Gabriele Caramelli - 6 Agosto 2025 alle 14:41

“Ambasciator non porta pena”, recita un vecchio motto, ma i pro-Pal non lo sanno, o forse fanno finta di non saperlo. Ieri pomeriggio, a Milano, 6 attivisti di Ultima generazione si sono sdraiati su un telo dipinto di rosso davanti al consolato egiziano per richiedere la riapertura del valico di Rafah. Poi hanno provato ad incatenarsi alla struttura al grido di “Free Palestine” e “Siamo tutti palestinesi”. Quando i militari sono intervenuti per allontanare i manifestanti e rimuovere gli striscioni con le scritte tinte di rosso, una ragazza ha  iniziato a inveire contro di loro: “Tu non mi puoi toccare, non hai il diritto”. E ancora, come si nota nel video pubblicato da Alanews, quando uno dei soldati le ha ricordato che non potrebbe stare lì, la manifestante l’ha riempito di insulti: “Tu che ne sai chi sono io? Non posso stare qua? Ma vaff*lo ignorante di m*da, fascisti ignoranti”.

Il solito teatrino dei pasdaran dell’ambientalismo, che da poco si sono reinventati militanti pro-Palestina e si sentono anche in diritto di insultare i militari italiani, che in altri continenti rischiano la vita nelle missioni di pace. Inutili anche gli appelli di uno dei funzionari dell’ambasciata egiziana, che ha ricordato ai contestatori pro-Pal che quel posto non doveva essere toccato.

“Ambasciator non porta pena”, ma i pro-Pal non lo sanno

In seguito, i contestatori di Ultima generazione hanno intonato “Bella ciao”, per poi sdraiarsi a terra su un telo bianco dipinto di rosso con la vernice. “Siamo qui per chiedere la fine della complicità dei nostri governi, siamo qui per chiedere che vengano aperti i valici immediatamente e con fermezza. Non ci muoveremo finché non verrà presa una decisione definitiva dal nostro governo”, ha detto l’attivista che poco prima aveva insultato il militare, stavolta parlando in tono pacato davanti alle telecamere che la riprendevano. Uno sbalzo d’umore che non si vedeva dai tempi in cui Jack Nicholson recitava in “Shining”. Successivamente è partito il coro “Salvate i bambini, aprite i confini”. Eppure l’Italia di bambini palestinesi ne ha accolti parecchi, proprio per salvarli dal massacro a Gaza. Poi un’altra canzone in inglese sulle note di “Bella ciao”, la solita vecchia “From the River to sea, Palestine will be free”.

L’intervento della Polizia

Alla fine per allontanare i contestatori dall’ambasciata, i cui muri e le ringhiere sono stati imbrattati di rosso, è servito l’intervento della Polizia. Gli agenti, con l’aiuto dei militari, hanno caricato i manifestanti nelle macchine di servizio per portarli via. Ma le ostilità non si sono fermate neanche alla fine: la stessa ragazza che prima aveva aggredito verbalmente uno dei soldati si è scagliata nuovamente contro di lui mentre la trasportava: “Non vedevi l’ora di unirti, vero? Vigliacco”. Infine, un’altra prima di entrare nella macchina delle forze dell’ordine ha urlato: “Si sta continuando a promulgare un genocidio, il governo italiano, il governo egiziano, il governo assassino d’Israele che sta continuando ad ammazzare”. 

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di Gabriele Caramelli - 6 Agosto 2025