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Meno tasse, più entrate, Bankitalia promuove la formula del governo: +8,5 miliardi nel 2025

Il fisco amico è vincente

Meno tasse, più entrate, Bankitalia promuove la formula del governo: +8,5 miliardi nel 2025

Economia - di Carlo Marini - 14 Agosto 2025 alle 17:17

Meno tasse, più entrate grazie alle politiche economiche del governo. Lo certifica anche Bankitalia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.

A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state infatti pari a 43,8 miliardi, in aumento del 4,2% (1,8 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2024. Nei primi sei mesi del 2025 le entrate tributarie sono state pari a 257,3 miliardi, in aumento del 3,4% (8,5 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, aggiunge Bankitalia.

Fisco, i numeri che premiano il governo Meloni

«Base contributiva più ampia. E dati positivi derivanti dal sostanziale aumento degli occupati, un incremento che genera ottimi risultati a livello di gettito delle entrate tributarie, come dimostra l’analisi odierna di Bankitalia. Tutto questo, nonostante il taglio del cuneo fiscale». Questo il commento del senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Finanze, Giorgio Salvitti. 

«Un incremento importante dal punto di vista tributario – prosegue Salvitti – un surplus utile per continuare ad abbassare le aliquote. L’equazione è semplice: più soggetti contributivi per aumentare le entrate e diminuire le aliquote. È la dimostrazione concreta che si possono abbassare le tasse e aumentare le entrate. È la conferma – conclude il senatore di FdI – che si può fare e il Governo Meloni lo ha fatto».

Più soldi grazie all’occupazione e non all’aumento delle tasse

«Nei primi sei mesi del 2025 – ribadiesce il senatore Nicola Calandrini, presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama – le entrate tributarie del nostro Paese — pari a 257,3 miliardi di euro — sono cresciute di 8,5 miliardi (+3,4%) rispetto allo stesso periodo del 2024, come evidenziato dalla Banca d’Italia. È fondamentale ribadire con chiarezza che questo incremento non è frutto di un aumento della pressione fiscale, ma riflette soprattutto un aumento dell’occupazione: più contribuenti attivi che versano regolarmente, oltre ad altri fattori di lungo periodo, come la crescita dell’economia e la maggiore stabilità del mercato del lavoro, e di breve periodo, come l’andamento positivo dei consumi e delle esportazioni».

«In particolare – sottolinea il parlamentare di FdI – anche la Corte dei conti, nella sua audizione sul Documento di Finanza Pubblica 2025, richiama l’importanza del contesto macroeconomico e del rapporto tra produttività e occupazione nel sostenere la solidità delle entrate, senza ricorrere ad aumenti fiscali. Insomma, non c’è alcun aggravio fiscale in atto. Il risultato positivo sul versante delle entrate tributarie è la conferma di una dinamica economica più favorevole, in cui – conclude Calandrini – a giocare un ruolo decisivo è un maggiore impiego e una più ampia base contributiva».

 

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di Carlo Marini - 14 Agosto 2025