
50 anni di impegno
La battaglia di Brigitte Bardot contro la macellazione rituale islamica: la caccia ai mattatoi clandestini
Trovare un equilibrio tra libertà religiosa e protezione degli animali è complicato. Le norme europee variano da paese a paese. L'Islam più ortodosso non ne vuole sapere di rinunciare a questo rituale
“Quarant’anni per conquistare il mondo, cinquanta per rifiutarlo”. Così Nicola Lucchi ha sintetizzato ironicamente la vita di Brigitte Bardot, che oggi novantenne ha trascorso quasi metà della propria vita inseguendo la libertà nella propria fama; riservando gli ultimi cinque decenni a dichiarazioni al limite, controversie e guai legali. Brigitte Bardot, nonostante abbia abbandonato lo star system a soli quarant’anni, non ha smesso un solo giorno di far parlare di sé, confermando come la caratteristica della propria esistenza sia lo scandalo. Denunciata a più riprese da associazioni musulmane e tacciata di islamofobia, Brigitte Bardot fondò nel 1986 la fondazione, che porta il suo nome, e che si batte contro la macellazione rituale islamica.
Cosa prevede la macellazione islamica
La macellazione halal, o macellazione islamica, prevede la recisione della gola con un taglio netto e rapido, al fine di consentire lo sgocciolamento del sangue e l’uccisione dell’animale in modo rapido e meno doloroso possibile, secondo un’interpretazione dell’Islam. Questo processo non è limitato alle parti anteriori, ma coinvolge l’intero corpo dell’animale. La macellazione rituale halal è un processo religioso che prevede l’uccisione di animali per il consumo, seguendo le regole islamiche. Secondo queste regole, l’animale deve essere sgozzato con un taglio netto e rapido, rivolto verso la Mecca, e con un solo colpo che recida la carotide, l’esofago, la giugulare e la trachea. È importante notare che la macellazione halal è un aspetto importante della fede islamica e viene effettuata per garantire che l’animale venga ucciso in modo che la carne sia considerata “halal” (cioè, consentita per il consumo) secondo le leggi islamiche.
La situazione europea riguardo la macellazione rituale, in particolare senza stordimento, è complessa e varia da paese a paese. In alcuni Stati membri dell’UE, come Danimarca, Svezia, Slovenia e Grecia, la macellazione rituale senza stordimento è vietata. Altri paesi, come la Svizzera, la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein, hanno anch’essi vietato la macellazione senza stordimento. La macellazione rituale in Italia è consentita dalle vigenti disposizioni di legge come deroga alle norme generali in materia di protezione degli animali durante la macellazione e l’abbattimento; nonostante ciò, rappresenta tuttora un forte motivo di biasimo per quella parte di popolazione più sensibile agli aspetti legati alla protezione degli animali.
La fondazione Brigitte Bardot
In Francia, la macellazione rituale è permessa, anche senza stordimento dell’animale, in conformità con le normative europee e francesi, che rispettano la libertà religiosa. Questa disposizione è in vigore per consentire la macellazione rituale islamica (“halal”) e altre pratiche religiose. Si noti anche che le macellerie islamiche, alle quali dovrebbero essere destinate tali carni, spesso ritirano solo alcune parti di carcassa tralasciando le parti che tradizionalmente sono di difficile smercio presso la comunità islamica. In particolare, per motivazioni religiose e soprattutto economiche, vengono preferibilmente o esclusivamente consumati solo i tagli ottenuti dai quarti anteriori tendendo ad escludere i tagli ottenuti dai quarti posteriori.
La macellazione rituale è soggetta a controlli veterinari per garantire il rispetto delle norme sulla salute degli animali. Ci sono delle discussioni in corso in merito al benessere animale e alla necessità di trovare un equilibrio tra la libertà religiosa e la protezione degli animali, soprattutto in relazione alla possibilità di proibire la macellazione senza stordimento; in Francia, come in Europa, il quadro normativo prevede che le pecore vengano macellate in macelli autorizzati. Di fronte all’elevata domanda durante la festa dell’Eid al-Adha (festa del “sacrificio”), vengono allestiti macelli temporanei con l’approvazione delle autorità.
Alla ricerca dei mattatoi clandestini
Il DDPP (Dipartimento di Sanità Pubblica e del Benessere) effettua controlli per garantire il rispetto delle norme igieniche e di protezione degli animali. “Ma quando la domanda e le poste in gioco sono elevate, le frodi sono inevitabili”, denuncia la Fondazione Brigitte Bardot che, con l’avvicinarsi della festa del “sacrificio”, gira in lungo e in largo per le campagne e i sobborghi francesi, con i suoi rimorchi bianchi per il bestiame, con il logo della Fondazione (FBB), alla ricerca dei mattatoi clandestini. Elisabeth Pierson su “Le Figaro” denunciò che, nel giugno scorso, agenti della polizia municipale e della gendarmeria sorpresero una coppia marocchina in flagrante allevamento e macellazione illegale di bestiame. L’uomo arrestato spiegò di aver comprato le pecore sei mesi prima. Un guadagno facile: con l’avvicinarsi della festa dell’Eid al-Adha, la festa del sacrificio, il prezzo di una pecora sale a una cifra compresa tra i 250 e i 550 euro, quasi il doppio del prezzo normale.
Il telefono confiscato all’allevatore riceveva chiamate in continuazione da decine di clienti. Ogni Eid, le autorità si organizzano per rintracciare questi truffatori, identificati tramite segnalazioni dei vicini, annunci sui social media o tramite il lavoro investigativo del DDPP (Dipartimento di Sanità Pubblica e del Benessere). Le prefetture mantengono la massima discrezione su questi interventi. Le forze dell’ordine intervengono, osservano, arrestano e perquisiscono quando necessario. Successivamente, il DDPP contatta la Fondazione Brigitte Bardot per recuperare gli animali e ospitarli. “L’obiettivo è arrivare finché c’è ancora tempo”, spiega Damien Wolff, responsabile operativo della fondazione BB.
Brigitte Bardot ha iniziato nel 1964 la sua lotta contro la sofferenza animale
La fondazione interviene prontamente alla prima chiamata e la festa musulmana è una delle sue missioni più importanti. La fondazione ha svolto alcune missioni difficili e tese. In particolare, nel 2019, nei quartieri settentrionali di Marsiglia, dove non meno di dodici furgoni dei CRS (corpi speciali di polizia) furono impiegati per controlli nel complesso residenziale Bassens. L’anno precedente, un proprietario di casa aveva provocato le forze dell’ordine facendo grondare sangue dal suo balcone. Le forze dell’ordine fecero irruzione nell’immobile con un ariete e trovarono diverse carcasse appese. Nelle città del sud, i complessi residenziali popolari trasformati in macellerie sono un evento comune durante l’Eid.
A Nizza, nel 2023, grazie alla fondazione, furono trovate 41 pecore in un appartamento di 12 metri quadri. “In questi quartieri, il clima è decisamente ostile. Siamo vigili, guardiamo verso l’alto per evitare di essere colpiti in testa da oggetti contundenti”, afferma Damien Wolff. La Fondazione Brigitte Bardot, pur svolgendo un ruolo importante nella difesa dei diritti degli animali, è oggetto di critiche e controversie per le dichiarazioni e le posizioni pubbliche di Brigitte Bardot che viene spesso accusata di razzismo e di islamofobia, specie da organizzazioni di estrema sinistra. Accuse che Brigitte Bardot rispedisce al mittente ricordando che la sua lotta contro la sofferenza animale ebbe inizio nel lontano 1964.
Esistono alternative ai sacrifici, ma gli islamici ortodossi non ne vogliono sapere
Secondo Brigitte Bardot la libertà di religione si scontra con il benessere animale. Esistono alternative ai sacrifici. Il soccorso islamico di Francia, ad esempio, suggerisce di sostituire il sacrificio rituale con una donazione per aiutare i più vulnerabili, in particolare a Gaza. Alcuni optano per un’offerta, ma la maggioranza, coloro che sono affiliati al movimento salafita o che praticano l’Islam ortodosso, non ne vogliono sapere di rinunciare a questo rituale.