
L'analisi di Pedrizzi
Un’Italia protetta è più forte e competitiva: governo Meloni promosso sulle polizze anti-catastrofe
L’alleanza tra pubblico e privato ancora una volta è stata auspicata, sollecitata, offerta alle istituzioni ed alla politica dal presidente di ANIA, Giovanni Liverani nella sua prima relazione all’Assemblea di qualche giorno fa, lanciando la proposta di rafforzare il ruolo che può avere il comparto assicurativo in ambiti dove le finanze pubbliche sono in difficoltà, a cominciare dalla previdenza e della sanità ed arrivando ai rischi catastrofali. Il presidente Liverani è partito dall’elencazione dei principali dati che hanno caratterizzato l’attività del comparto: la protezione dai rischi, nel 2024 le assicurazioni italiane hanno risarcito per incidenti, incendi o eventi avversi di varia natura 27 miliardi di euro, a cui si sommano 15 miliardi di risarcimenti per polizze Vita in caso di morte o invalidità dell’assicurato. Flussi finanziari reali di interventi per 42 miliardi a sostegno di famiglie e imprese in difficoltà. Il comparto, nel 2024, ha visto gli investimenti per oltre 1.000 miliardi di euro (quasi la metà del PIL) e 245 di questi erano investiti nel debito sovrano italiano. Nel 2024 la raccolta premi complessiva ha superato i 150 miliardi di euro, in crescita di oltre il 16%. Nel Vita i premi sono ammontati a circa 110 miliardi e le riserve – pari a oltre 800 miliardi – rappresentavano quasi il 13% dello stock delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Nel ramo Danni, i premi raccolti nel 2024 hanno raggiunto il valore record di 41 miliardi di euro. Sulla scorta di questa rappresentazione di un quadro più che soddisfacente. Liverani ha offerto un nuovo patto con l’Esecutivo per rendere “l’Italia più protetta e competitiva”… con “un intervento sistemico che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini”.
Eppure, in tutti questi settori – ha proseguito il Presidente di ANIA – I dati mostrano chiaramente come l’Italia si collochi in fondo alla classifica delle economie avanzate, con una quota di premi assicurativi danni non auto pari all’1,1% del PIL, ben al di sotto della media europea del 2,6%. In alcuni casi la sottoassicurazione raggiunge livelli abnormi, come per esempio nel caso delle catastrofi naturali, dove fino a ieri si registravano, secondo i dati più recenti, livelli di copertura di solo il 7% sia tra le imprese che tra le abitazioni. Questa persistente situazione di “sottoassicurazione” costituisce, a mio avviso, un fattore di svantaggio competitivo per l’Italia rispetto ad altri sistemi socio-economici con cui si confronta sui mercati globali.
Per poter colmare questo gap, dobbiamo però superare il paradigma che rappresenta le assicurazioni come imprese ricche e profittevoli, chiamate in quanto tali dallo Stato a contribuire alla collettività soltanto mediante un carico fiscale sempre crescente e sempre più esteso. È tempo di adottare una logica in cui le assicurazioni non siano considerate una cassaforte da cui far provvista, bensì uno strumento potente, capace di risolvere problemi socio-economici endemici e onerosi nell’interesse del Paese, attraverso operazioni di partenariato pubblico-privato in cui, nel rispetto dei reciproci ruoli, si sviluppino soluzioni in sinergia e non in contrapposizione negoziale.
Crediamo perciò “sia necessario costruire alleanze strategiche tra pubblico e privato, che rafforzeranno la competitività del nostro sistema socio-economico e offriranno soluzioni concrete di protezione, prevenzione, previdenza e assistenza, a beneficio sia dei cittadini sia delle imprese” – ha continuato Liverani – come è avvenuto per le polizze sulle catastrofi naturali.
L’introduzione dell’obbligo assicurativo contro le calamità naturali per le imprese con la Legge di Bilancio 2024 è stata una risposta importante e coraggiosa da parte del Governo e, in particolare, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che nel corso dell’assemblea ha tenuto a sottolineare che “l’obbligo assicurativo per le #imprese contro le catastrofi rappresenta una svolta storica, orientata a costruire un sistema economico più resiliente. Non un semplice adempimento, ma un contributo concreto verso un’educazione alla prevenzione basata sulla responsabilità condivisa. In passato, l’intervento dello Stato giungeva con ritardi spesso devastanti per la sopravvivenza delle #imprese. Il nuovo quadro, invece, punta a garantire risarcimenti rapidi, una solida riassicurazione pubblica e un’attenta vigilanza sui premi, promuovendo un modello in cui prevalgono #produttività, #sostenibilità e #tutela dell’interesse collettivo”.
Cosi come grande merito è da attribuire, ed è stato riconosciuto nel corso dell’assemblea, al Ministro dell’economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che, a differenza dei suoi predecessori, ha ben compreso che il premio sulla assicurazioni catastrofali non è una tassa occulta per la quale si è dovuto superare un pregiudizio culturale che ne aveva impedito il varo fin dai governi Berlusconi.
Ricordo che lo scoglio principale era rappresentato proprio dal ministro del MEF di quei tempi, che la considerava una tassa per cui ad ogni legge di bilancio ad ogni proposta in quella direzione operava un vero e proprio fuoco di sbarramento agli emendamenti che il sottoscritto quale presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato predisponeva con l’intesa ed il consenso anche del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del tempo, Gianni Letta, che giustamente lo considerava una grande conquista per la protezione del Paese.
“In questo contesto è fondamentale aprire una riflessione approfondita su come arrivare a proteggere il patrimonio immobiliare anche delle abitazioni residenziali – ha con coraggio detto il presidente Liverani, rivolgendosi evidentemente, innanzitutto, al Governo, in particolare, (nell’ambito del quale si muove nella stessa direzione anche il Ministro Musumeci) ed alla politica in genere. Infatti, benché la casa rappresenti una componente rilevantissima della ricchezza delle famiglie italiane e circa l’80% dei nostri concittadini abitino in una casa di proprietà, la percentuale degli immobili coperti da assicurazione per i rischi di calamità naturale è solo, ormai lo sapete, del 7%. Un evento naturale di impatto rilevante, in questo caso, non sarebbe soltanto di grande portata per il tessuto economico e produttivo ma, in assenza di adeguate coperture finalizzate alla riparazione e alla ricostruzione, determinerebbe una profonda crisi di natura sociale”.
E’ del resto questa la proposta che aveva sempre avanzato Maria Bianca Farina nel corso dei suoi mandati di Presidente di ANIA, con la condivisione convinta di associazioni come Federproprietà, che rappresenta migliaia di proprietari di case.
- ex deputato e senatore di An, già presidente della Commissione Finanze del Senato