
Al fianco dei produttori
“Un miliardo per seminare il futuro”: Lollobrigida lancia “ColtivaItalia”. Meloni: “Fondi record all’agricoltura”
La premier conferma: "Il governo continuerà a difendere , anche e soprattutto in Europa, le istanze dei nostri agricoltori con lo stesso spirito, la stessa tenacia con cui è al fianco di tutti coloro che ogni giorno si rimboccano le maniche"
Un miliardo e cinquanta milioni di euro per seminare il futuro del settore primario. È questo l’orizzonte tracciato dal disegno di legge ColtivaItalia, approvato dal Consiglio dei ministri – su proposta congiunta del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e del ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti. Un provvedimento «urgente, strategico, evocativo fin dal titolo», ha spiegato il titolare del Masaf, illustrandone contenuti e visione. E il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto da garante. «Il governo continuerà a difendere , anche e soprattutto in Europa, le istanze dei nostri agricoltori — ha detto in videomessaggio — Con lo stesso spirito, la stessa tenacia con cui è al fianco di tutti coloro che ogni giorno si rimboccano le maniche e danno il loro contributo per fare di nuovo grande questa Nazione». “Quando due anni e mezzo fa abbiamo assunto la responsabilità di governare l’Italia, abbiamo fatto una scelta politica molto precisa, ovvero restituire all’agricoltura la centralità che merita, mettere i nostri agricoltori nelle condizioni di fare sempre di più e sempre meglio. Abbiamo mantenuto quell’impegno, con scelte concrete, costruite con la precisa collaborazione delle organizzazioni e delle associazioni di categoria”, ha detto la premier in un video diffuso sui social dopo l’approvazione in Cdm del disegno di legge a sostegno del comparto agricolo. “Lo abbiamo fatto prevedendo stanziamenti e investimenti record, come mai era stato fatto prima, oltre 11 miliardi di euro destinati all’agricoltura e alla pesca. Lo abbiamo fatto puntando sulla competitività, aumentando nell’ambito della revisione del Pnrr da 5 fino a 8 miliardi di euro gli investimenti per i contratti di filiera e aumentando l’indipendenza energetica dei produttori agricoli”, ha rimarcato Meloni.
Lollobrigida: “Con ColtivaItalia guardiamo al futuro”
L’Italia, secondo il ministro Lollobrigida, deve «guardare da subito al futuro», mentre «un’Europa a nostro avviso guarda al passato». Da qui, l’esigenza di una manovra autonoma e lungimirante, «collegata alla legge finanziaria», che si innesta nella più ampia strategia per la sovranità alimentare.
«In una fase in cui c’è chi a Bruxelles si ostina a non comprendere l’importanza del settore, con il nuovo piano il nostro Paese si pone all’avanguardia in Europa e dà un messaggio fortissimo a tutti. Il governo c’è e non abbandona i produttori», afferma anche Carlo Fidanza. Così, il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo garantisce che «renderà più forte la posizione italiana per cercare di ottenere modifiche radicali alle ultime proposte della Commissione Ue».
Un piano per l’Italia che produce
«Le risorse stanziate – ha chiarito Lollobrigida – sono 1 miliardo di euro, che si aggiungono agli 11 miliardi investiti in questi anni dal governo Meloni», il più generoso nella storia repubblicana verso il comparto agricolo. Il disegno di legge punta su semplificazioni, innovazione e interventi mirati su filiere critiche, accompagnando un processo di rigenerazione non solo economica, ma anche sociale e territoriale.
Fra i pilastri del provvedimento spiccano: 300 milioni per il settore olivicolo, colpito dalla minaccia della xylella fastidiosa e altre fitopatie, «ma non sarà un’operazione d’investimento a perdere: puntiamo alla trasformazione, alla riconversione con impianti più resistenti e alla prevenzione per evitare perdite», ha assicurato il ministro.
Altri 300 milioni saranno destinati alla filiera zootecnica, «in particolare alla linea vacca-vitello e agli allevamenti delle aree abbandonate nel Centro-Sud, per ripopolare zone rurali e contrastare la desertificazione agricola».
Ricambio generazionale e terre ai giovani
Altro asse portante è il ricambio generazionale, che Lollobrigida ha definito «una questione drammatica». Il settore agricolo italiano è fra i più vecchi d’Europa: «Per dare la possibilità ai giovani e alle donne di poter svolgere l’attività agricola, se ritengono opportuno farlo, interveniamo con una facilitazione nei rapporti con gli istituti bancari per l’accesso al credito. Insieme a questo, mettiamo a disposizione terre ai giovani in comodato d’uso gratuito per 10 anni». Un messaggio chiaro: la terra torna al centro, ma con un volto nuovo.
«Disponiamo di 8.500 ettari dalla banca terre di Ismea», ha aggiunto Lollobrigida, «ma potremo anche intervenire sui terreni agricoli abbandonati o silenti, quei fondi frammentati e inutilizzati da decenni, per restituirli alla loro vocazione primaria: produzione, contrasto al dissesto idrogeologico e agli effetti del cambiamento climatico».
La sovranità alimentare non è retorica
Nel quadro strategico tracciato dal dicastero, emerge con forza il concetto di «sovranità alimentare» come bussola della politica agricola nazionale. «Stanziamo 300 milioni sul fondo istituito dal governo Meloni per rafforzare le filiere in difficoltà a causa di eventi contingenti o delle forti dipendenze dall’estero», ha detto il ministro. «Oggi importiamo 1 milione e 300 mila capi di bovini. C’è una criticità sul mercato internazionale che porta deficit su consumo interno e trasformazioni».
Non si tratta, insomma, di un intervento simbolico o di facciata. «Il miliardo di euro stanziato con il “ColtivaItalia” non assume alcuna funzione di goccia, ma è un intervento molto impattante di natura finanziaria e sul sistema produttivo italiano».
Semplificare per crescere
Oltre alla leva finanziaria, il progetto prevede una serie di semplificazioni. «Mettiamo in condizione i centri di assistenza agricola di essere corresponsabili delle pratiche, rendendo immediatamente esecutive le istanze che non richiedono valutazioni successive del ministero. I controlli avverranno in parallelo, così da sbloccare subito le risorse».
Un’accelerazione attesa dalle imprese, che potranno beneficiare anche di una moratoria in caso di perdite produttive dovute a epizoozie: «Se il fatturato è calato del 20% o la produzione del 30%, le aziende potranno respirare».
Investire nella ricerca, seminare innovazione
Altro tassello essenziale è il rilancio della ricerca agricola. «Il Crea, il principale centro nazionale, potrà contare su 45 nuovi ricercatori», ha annunciato Lollobrigida. «Investiamo anche sulla digitalizzazione delle aziende agricole sperimentali, con tecnologie 4.0 e 5.0, intelligenza artificiale, sensoristica, agricoltura predittiva».
Un rafforzamento è previsto anche per Agea: «Troppo spesso accumuliamo dati che vengono utilizzati solo per i pagamenti. Invece possono essere strumenti strategici per creare modelli di prevenzione e risposta anticipata».
Foti: “Questo ddl è un segnale politico forte”
Accanto al ministro dell’Agricoltura, il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti ha sottolineato il carattere politico del provvedimento: «È una dimostrazione dell’impegno che l’Italia mette a favore dello sviluppo agricolo. Abbiamo trovato risorse nel Fondo di sviluppo e coesione senza tagli ad altri ministeri. Nessun travaso, sono fondi aggiuntivi non ancora destinati».
E ha aggiunto: «La Pac per ora non cambia, ma il bilancio presentato dalla Commissione europea non ci soddisfa. Preferivamo fondi distinti, non un fondo indistinto su cui ogni Stato può agire come vuole. L’agricoltura va tutelata come asset strategico».
Tra Bruxelles e Washington: prudenza e fermezza
Nel rispondere a una domanda sul possibile impatto dei dazi Usa sulle esportazioni italiane poi, Lollobrigida ha mantenuto la linea della fermezza senza chiusure: «Prima di fasciarsi la testa vediamo dove va a sbattere. C’è una trattativa in corso, alla quale l’Italia ha contribuito per spiegare che nessuna guerra commerciale avvantaggia un paese esportatore né un continente esportatore come l’Unione europea». In ogni caso, «va trovato il compromesso».
Il futuro comincia da chi semina
L’Italia, ha concluso Lollobrigida, «oggi semina per raccogliere benessere nel futuro, come hanno fatto in passato tante generazioni che ci hanno garantito una qualità della vita molto positiva. L’agricoltura non è solo produzione di cibo: è produzione di benessere. Dove c’è agricoltura le cose vanno meglio».
Il disegno di legge seguirà ora l’iter parlamentare in procedura d’urgenza. «Speriamo – ha detto Foti – che tutte le forze politiche diano prova di responsabilità e migliorino ulteriormente il testo».