
Sopravvissuto alla Shoah
Sami Modiano compie 95 anni, gli auguri di La Russa: “Un esempio vivente contro l’odio e l’antisemitismo”
Deportato insieme al padre riuscii a salvarsi miracolosamente. Da allora è un testimone straordinario di bellezza e di messaggio alle nuove generazioni contro gli orrori del nazismo
Sami Modiano compie 95 anni. È uno degli ultimi sopravvissuti all’odio del nazismo, una figura straordinaria di testimonianza e di bellezza.
Sami Modiano e Auschwitz
Samuel Modiano nacque nell’isola greca di Rodi, all’epoca provincia italiana, figlio di Giacobbe Modiano e di Diana Franco. Alla promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938 frequentava la terza elementare nella sua scuola, dalla quale, essendo ebreo, venne improvvisamente espulso. In un’isola dove ebrei, cristiani e musulmani da sempre convivevano pacificamente, fu la prima di una lunga serie di esperienze traumatiche.
«Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo», disse.
Deportato ad Auschwitz insieme al padre, appena arrivati nel campo, il 16 agosto 1944, gli uomini vennero separati dalle donne ed il quattordicenne Modiano rimase con suo padre. Di lì a poco vi fu la selezione operata da Josef Mengele e Sami venne inizialmente destinato all’uccisione nella camera a gas, ma il padre Giacobbe riuscì a portarlo nelle file dei superstiti. Il suo numero di matricola fu B7456, un numero in più di quello del padre, che aveva il numero B7455. Nei mesi successivi Sami perse la sorella Lucia e anche lo stesso padre, che, appreso della morte della figlia, si consegnò volontariamente in infermeria, pur sapendo quale fine gli sarebbe sicuramente stata riservata.
Dei 776 ebrei italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nei campi di concentramento, Modiano fu tra i soli 25 sopravvissuti.
Gli auguri di La Russa
«Ho il piacere di porgere anche quest’anno i miei migliori auguri a Sami Modiano per il suo compleanno, che continua ad essere nei nostri cuori un punto di riferimento importante contro l’odio, l’antisemitismo e il tentativo che anche in questo periodo torna in maniera allarmante di creare barriere tra persone di religione diversa», ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa.
«Rinnovo quanto ebbi a dire quando venne a trovarci in Senato e parlò ai ragazzi spiegando il suo vissuto e ricordando come quando si risvegliò davanti al medico russo che lo aveva salvato e si chiese perché “io salvo e gli altri no?”. La testimonianza di questi anni è la migliore risposta a questa domanda. Lei è rimasto con noi e rimarrà ancora tanti giorni per testimoniare che mai più l’odio prevalga sulla ragione e la bontà», conclude la seconda carica dello Stato.