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Meloni: “L’Italia merita una giustizia più giusta”

Per una Nazione migliore

Meloni: «L’Italia merita una giustizia più giusta: lavoriamo per mettere fine alle storture. Siamo di parola e lo faremo»

La premier interviene all'evento della Federazione magistrati onorari di tribunale: ricorda la riforma approvata per sanare le lacune del loro ordinamento e rilancia sulla riforma complessiva della giustizia

Politica - di Agnese Russo - 18 Luglio 2025 alle 21:23

«L’Italia merita una giustizia più giusta, vicina ai cittadini e alle imprese. È un impegno che questo governo si è assunto, e che intende rispettare». A ribadirlo è stata la premier Giorgia Meloni, in un videomessaggio inviato al convegno “Magistrature & riforme” di Federmot, la Federazione magistrati onorari di tribunale. «Siamo persone di parola e intendiamo consegnare a chi verrà dopo di noi un’Italia migliore di quella che è stata consegnata a noi», ha ribadito Meloni, che più volte ha sottolineato come questa sia, in sintesi, la missione che si è data come presidente del Consiglio.

Meloni: «L’Italia merita una giustizia più giusta»

«Sappiamo di non essere soli in questa sfida, e che potremo sempre contare sul vostro contributo, sulla vostra professionalità e sulla vostra determinazione. Qualità che non sono venute mai meno, e di cui continueremo ad aver bisogno», ha proseguito Meloni, rivolta alla platea dei magistrati onorari, di fronte alla quale ha voluto anche «ribadire l’impegno e il lavoro che il governo ha portato avanti in questi quasi tre anni per garantire a migliaia di servitori dello Stato le tutele e i diritti che attendevano da decenni».

L’impegno onorato con i magistrati onorari con l’approvazione di una «riforma storica»

Si tratta, ha sottolineato la premier, di «uomini e donne che rappresentano un pilastro fondamentale del nostro sistema giudiziario, ma che per oltre venticinque anni sono stati considerati lavoratori di serie C, indegni persino di godere dei diritti fondamentali che sono riconosciuti a tutti i lavoratori, come il diritto alle ferie, alla previdenza, alla malattia e alla maternità».

«Questo governo – ha ricordato – ha avuto il coraggio di affrontare una questione colpevolmente ignorata per troppo tempo, e in pochi mesi ha approvato una riforma storica che mette fine ad una vera e propria ingiustizia di Stato. Abbiamo chiuso una stagione di incertezza e ne abbiamo aperta una di buonsenso e dignità, nella quale i magistrati onorari non sono più una categoria dimenticata, ma una componente valorizzata e pienamente riconosciuta del sistema giudiziario».

«Chi serve lo Stato merita rispetto, certezza, dignità»

«Abbiamo affermato – ha rimarcato la premier – un principio semplice ma fondamentale: chi serve lo Stato merita rispetto, certezza, dignità. E la riforma garantisce esattamente questo: tutele concrete, compensi adeguati, chiarezza nei ruoli e nei diritti. È una riforma che non nasce nel “palazzo” ma che viene da lontano, ed è il frutto di un percorso di ascolto e di confronto, di battaglie portate avanti fuori e dentro le sedi delle Istituzioni».

Un altro punto del programma diventato realtà

«È una battaglia – ha detto ancora Meloni – che abbiamo portato avanti quando eravamo all’opposizione, e che non abbiamo chiuso in un cassetto quando gli italiani ci hanno accordato la loro fiducia e ci hanno affidato la responsabilità di governare la Nazione. Ne abbiamo fatto un punto del nostro programma, e abbiamo lavorato per trasformarlo in realtà».

«È un impegno che ci eravamo presi non solo con i magistrati onorari, ma con tutti i cittadini italiani, perché riconoscere il ruolo dei magistrati onorari significa costruire una giustizia più giusta e più veloce. Ecco perché sono convinta che questo provvedimento, che abbiamo immaginato, costruito e portato insieme a meta, rappresenti solo uno dei tasselli di un lavoro più ampio che il governo sta facendo per riformare la giustizia italiana: mettere fine alle storture a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni e per coniugare le necessarie garanzie con l’equità e la velocità dei processi».

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di Agnese Russo - 18 Luglio 2025