
Ballate per piccole iene
Manuel Agnelli non è un “musicista contabile”. Il ritorno degli Afterhours è pura adrenalina rock
Il ritorno degli Afterhours è un'esplosione di energia. Chi credeva che Agnelli avesse appeso il microfono al chiodo, sbagliava di grosso
Cultura - di Andrea Moi - 13 Luglio 2025 alle 07:00
Dopo il suo arrivo a X-factor Manuel Agnelli ha subito una battuta d’arresto. O almeno così credevamo in molti. Con la partecipazione al programma tv parte del suo storico pubblico lo aveva accusato di essersi venduto al mainstream, alla musica commerciale, al mondo di plastica degli schermi. Eppure Manuel Agnelli ha dimostrato di essere ancora un leone.
Le chitarre distorte fanno tremare l’Auditorium
Nella cavea dell’Auditorium di Roma, la storica band degli Afterhours si è esibita in un lungo e pazzesco concerto. Due ore abbondanti tra chitarre distorte, pogo, braccia alzate e un entusiasmo sconvolgente considerando che si trattava a tutti gli effetti di una reunion. Ma l’occasione era ghiotta. La tournée degli AFH celebra infatti i 20 anni dell’uscita del disco “Ballata per la mia piccola iena” e per l’occasione Agnelli ha rispolverato il suo intramontabile repertorio: Il sangue di Giuda, Lasciami leccare l’adrenalina, Male di miele tutte cantate a squarciagola sopra e sotto il palco da una numerosa folla accorsa in via De Coubertin.
L’esibizione muscolare e il microfono come un nunchaku
Per calcolare l’energia di Agnelli e della band basti considerare che si sono susseguiti 23 brani per più di due ore nella cocente afa capitolina e che Agnelli, verso la fine dello spettacolo si è esibito a petto nudo usando il microfono come un nunchaku. É vero, il cantante milanese ci aveva già abituato a questo tipo di performance ma vederla ripetere con un fisico che fa invidia anche agli sportivi, all’età di 59 anni, rende il tutto più elettrizzante. Agnelli è ancora una vera rock star capace di scatenare le sue potenti vibrazioni musicali.
Sprazzi di conformismo
Certo il cantante è anche cambiato, cresciuto. Lancia un edulcorato appello per partecipare alle manifestazioni per il cessato il fuoco a Gaza, invita tutti alla vita politica attraverso lo strumento del voto “perché col voto possiamo cambiare le cose” e qui si è sfiorato l’effetto appello di Miss Italia anche perché se poi le persone vanno a votare e perfino a sinistra schiaffano un 34,5% di No alla cittadinanza facile, forse il problema non è l’astensionismo ma una miopia ideologica che in molti faticano a riconoscere.
Agnelli non è più lo stronzo di una volta
Ma tornando al concerto descriviamo una piccola nota di colore che racconta ancora il cambiamento dell’artista. Un piccolo gruppo di fan alza uno striscione che recita “Facci strategie”, storico brano della band. Agnelli legge e risponde: “sono stato sempre considerato uno stronzo, quindi non farò questo brano”, invece posa le dita sulle corde e la canzone parte facendo esplodere l’Auditorium. Verso la fine del concerto il pubblico è stremato eppure sul palco band e frontman sono ancora pieni di energia, immersi in un estasi artistica difficile da descrivere.
Noi possiamo essere eroi
A stupire del cantante milanese non è solo il vigore ma anche la versatilità creativa. Nei mesi scorsi Agnelli ha portato sui palchi, stavolta dei teatri, una magnifica rappresentazione del Lazarus di David Bowie con ben 38 repliche. Reinterpretando l’esibizione del compianto cantante inglese, Agnelli ha sperimentato l’esibizione teatrale con grande successo. L’opera, intrisa di elementi onirici, è accompagnata da pezzi quali Heroes, Life on Mars, Starman. La scrittura risale a poco prima della scomparsa del cantante piegato ormai da una grave malattia ed è considerata “il brano d’addio di David Bowie al mondo” e al tempo stesso il suo testamento creativo.
Più vivo che mai
La maschera televisiva da cinico giudice dei talent sembrava averlo allontanato dall’immagine dell’artista fuori dagli schemi e invece, sul palco del Teatro Argentina o nella cavea dell’Auditorium di Roma, ha dimostrato di saper emanare ancora quella turbolenza creativa che solo i grandi personaggi sanno manifestare. Manuel Angelli è più vivo che mai.
di Andrea Moi