
L'esclusiva del Secolo
Caso De Pau, la svolta: dalla risonanza diverse atrofie corticali al cervello per il killer di Prati che uccise tre donne
L'uomo fece una strage. Dall'esame medico risultano compromissioni organiche dovute quasi certamente all'assunzione continua di cocaina e altre droghe
Arriva la svolta sul caso di Giandavide De Pau, il killer di Prati che uccise tre prostitute a Roma nel novembre del 2022. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto su richiesta della difesa ha rilevato la presenza di diverse atrofie corticali al cervello per l’assassino.
De Pau e le atrofie
La Risonanza magnetica, autorizzata dalla Corte di Assise, ha rilevato la presenza di diverse atrofie corticali al cervello di De Pau. Potrebbero essere state causate dall’assunzione eccessiva e continua di cocaina e di altre sostanze stupefacenti di cui l’uomo (vicino al al clan di Michele Senese che da sempre è ritenuto il più importante gruppo romano di smercio della droga), faceva uso abbondantemente. Pare che lo stesso giorno della strage avesse consumato circa 20 grammi di cocaina.
L’uomo uccise a coltellate due cittadine cinesi e la sessantacinquenne colombiana Marta Castano Torres. De Pau avrebbe aggredito le sue vittime con un coltello, infliggendo poi ferite mortali. La Procura ha contestato l’omicidio aggravato da crudeltà, futili motivi e premeditazione, aggravando ulteriormente la posizione dell’imputato.
La perizia psichiatrica
La perizia è stata affidata dai giudici della Corte d’Assise ai tre esperti Umberto Aguglia, Roberto Catanesi e Gabriele Mandarelli che dovranno depositare il proprio expertise e che presumibilmente attendevano l’esito della Risnonanza. In fase preliminare, il consulente del Pm aveva escluso la presenza di disturbi.
Cos’è l’atrofia corticale
L’atrofia corticale indica un processo degenerativo che colpisce la corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello responsabile di funzioni cognitive, sensoriali e motorie. Questa degenerazione porta a una diminuzione del volume del tessuto cerebrale e alla perdita di neuroni, causando un deterioramento delle funzioni svolte da quella specifica area. L’uso prolungato di sostanze causa una perdita di neuroni e delle loro connessioni, portando a una riduzione del peso cerebrale.
Ora la Risonanza magnetica sarà oggetto di discussione sia nella perizia che all’interno della discussione in aula tra le parti. Il processo riprenderà il prossimo autunno.