De Pau, nei video del suo cellulare le sequenze della mattanza fra urla strazianti e porte che sbattono
Il rantolo della cinese Xiuli Guo agonizzante sul pavimento, urla raccapriccianti, porte che sbattono: è il film (e l’audio) dell’orrore che si è consumato giovedì scorso a Roma fra via Durazzo e via Riboty e che smentisce la fragile difesa di Giandavide De Pau, il cinquantunenne romano arrestato per avere ammazzato tre prostitute, due cinesi e una colombiana, in una mattanza in stile Quentin Tarantino che ha sconvolto il quartiere alto-borghese Prati di Roma nord, a due passi dalla cittadella giudiziaria della Capitale.
I video con audio da film dell’ horror lì ha girati, con il suo cellulare, lo stesso Giandavide De Pau. Che aveva offerto agli investigatori e ai magistrati capitolini una sua versione dei fatti ora completamente smentita grazie, proprio, al materiale multimediale ritrovato dagli investigatori già nelle prime fasi delle indagini sul telefonino di De Pau.
L’autista del boss camorrista Michele Senese aveva raccontato che tutto era accaduto quando uno sconosciuto, armato di pistola, aveva fatto irruzione nella stanza in cui lui stava consumando un rapporto sessuale con la escort cinese.
Ma ora i video e gli audio rimasti impressi sul cellulare di De Pau raccontano tutta un’altra storia cristallizzata nell’ordinanza firmata dal gip Mara Mattioli, che ha convalidato l’arresto del 51enne, come chiesto dalla Procura capitolina, rimettendo al suo posto le tessere sparpagliate del puzzle.
I due video, uno della durata di 14 minuti e l’altro di 42 minuti, sono stati registrati lo scorso giovedì alle ore 10.23 e alle 10.38 e “documentano in maniera incontrovertibile e raccapricciante – scrive il gip nell’ordinanza – l’omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau dopo aver consumato con le stesse rapporti sessuali ed aver preteso di rimanere solo con le due donne, mandando via altri clienti”.
“Dopo qualche secondo – scrive ancora il gip Mattioli – De Pau sposta il telefono e si inquadrano le scarpe che lo stesso indossa, dopodiché il telefono viene appoggiato oscurando la telecamera ma continua ad essere registrato l’audio e si sente entrare nella stanza l’altra donna cinese”.
“Al minuto 1.09 si sentono rumori e la donna urlare fortemente, ma il suono giunge come soffocato, entra l’altra donna che chiede ‘cosa fai a lei‘ – ricostruisce l’ordinanza – subito dopo si sentono le urla strazianti anche della seconda donna che viene aggredita, poi si sente prima il rumore di una porta che sbatte e poi il rumore più forte di un’altra porta, probabilmente quella di ingresso che viene aperta e dal minuto 2.41 si sente il rantolo di Xiuli Guo in fin di vita ritrovata agonizzante sul pianerottolo; dopo qualche minuto si sente la voce del portiere e poco dopo dei soccorritori”.
“La dinamica di quanto avvenuto all’interno dell’appartamento di via Riboty – conclude il magistrato che ha convalidato l’arresto di De Pau – è pienamente provata dal contenuto dei video rinvenuti nel telefono cellulare dell’indagato che smentiscono integralmente la versione dallo stesso fornita circa la presenza di un presunto uomo armato che avrebbe aggredito le due donne e minacciato lui con una pistola. I video infatti non solo documentano l’aggressione da parte dello stesso indagato ma anche l’assenza di qualsiasi altro soggetto all’interno dell’appartamento, come preteso dallo stesso indagato che aveva fatto mandare via tutti i clienti per rimanere solo con le due donne”.