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“Capace di intendere e volere”: nessuna perizia bis per Monia Bortolotti, accusata di aver ucciso due figli neonati

La Corte d'Assise

“Capace di intendere e volere”: nessuna perizia bis per Monia Bortolotti, accusata di aver ucciso due figli neonati

La mamma di 29 anni, attualmente alla Rems di Castiglione delle Stiviere, è accusata di aver soffocato a distanza di un anno l'uno dall'altro i suoi bimbi di pochi mesi. Senza le attenuanti rischia l'ergastolo

Cronaca - di Paolo Cortese - 5 Luglio 2025 alle 14:22

Monia Bortolotti, la mamma di 29 anni, attualmente alla Rems di Castiglione delle Stiviere e accusata di aver soffocato, tra il 2021 e il 2022, i suoi due bimbi, entrambi di pochi mesi, è perfettamente capace di intendere e non serve un’ulteriore perizia psichiatrica. Lo ha deciso la Corte di Assise di Bergamo.

La decisione su Monia Bortolotti

Non ci sarà dunque un’altra perizia psichiatrica, o super perizia, come aveva invocato la Pm Esposito. La Corte d’assise (presidente Ingrascì, a latere il collega Guadagnino) ha deciso che le prove sin qui raccolte appaiono sufficienti per affrontare la discussione che è già in calendario per il 12 settembre.

Il processo a carico di Monia Bortolotti è tuttora in corso. Era capace di intendere e volere quando ha ucciso, in due momenti diversi, i piccoli Alice e Mattia? Per i consulenti nominati dal tribunale, sì. Elvezio Pirfo (lo stesso che ha periziato Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana morta di stenti a un anno e mezzo, dopo essere stata abbandonata da sola in casa per giorni) e la collega Patrizia De Rosa, entrambi di Torino, lo hanno ribadito davanti alla  Corte rispondendo a una serie di quesiti che erano stati chiamati a valutare.

La perizia dei consulenti del tribunale

Monia, secondo i periti, aveva manifestato sintomi già dopo il ricovero dopo la prima gravidanza, quella di Alice. “La Bortolotti narra la vicenda con narrazioni fiabesche. Quell’abbraccio al bambino (Mattia) era come non volersi staccare da lui”. Entrambi hanno accennato a un rapporto non armonico (riferimento al suo compagno più grande di lei di oltre vent’anni). Il dolore per aver perso un bambino impedisce di aver rapporti sessuali, e invece in questo caso lei poco dopo è rimasta incinta di nuovo”. Il consulente del Pm,  Sergio Monchieri di Brescia, ha ribadito la sua convinzione della totale capacità dell’imputata. Che a dire del medico soffre di un disturbo della personalità, con tratti istrionici e narcisistici.

I periti hanno accennato anche a crisi dissociative dell’imputata. Che ora rischia l’ergastolo, se le verrà riconosciuta la premeditazione o la crudeltà.

 

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di Paolo Cortese - 5 Luglio 2025