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Incidente Corfù

La tragedia

Cade in un incidente a Corfù, staccata la spina ad Alessandro. Il preside del suo liceo: “Un alito di vita che è volato via “

Il diciassettenne era in vacanza ed era scivolato facendo un volo di sei metri. Il dirigente scolastico lo ricorda con una commovente testimonianza pubblica

Cronaca - di Paolo Cortese - 18 Luglio 2025 alle 15:31

Alessandro, il giovane padovano caduto a Corfù l’11 luglio scorso, non ce l’ha fatta. Morto cerebralmente per i danni riportati, è stata staccata la spina che lo teneva in vita, su volontà dei genitori. E il preside del suo liceo ha scritto una lettera meravigliosa e commovente.

L’incidente a Corfù

Il ragazzo, secondo una prima ricostruzione, stava parlando con un altro gruppo di giovani in vacanza nell’appartamento sopra al loro. Di fatto, sarebbe nata un’amicizia tant’è che per parlare, A.T. si sarebbe appoggiato con le spalle alla ringhiera. Tuttavia, nella notte tra giovedì 10 e venerdì 11 luglio, ha perso l’equilibrio per essersi sporto troppo, precipitando così per sette metri. Trasferito a Padova la notte del 16 luglio, era cerebralmente morto.

“Non sempre Dio ascolta le nostre preghiere”

“Abbiamo sperato, abbiamo pregato, abbiamo atteso. Ma la vita di Alessandro era legata ad un filo, ad un alito di vita che è sfumato per ricongiungersi con la Vita di Dio, che ora lo abbraccia”, ha scritto il preside del suo liceo, Luca Piccolo.

“Come ha detto don Massimo lunedì sera- ha continuato il dirigente scolastico-  mentre pregavamo assieme per Alessandro, Dio non sempre esaudisce le nostre preghiere. Ma mantiene le sue promesse. Sempre. E ha mantenuto la promessa fatta ad Alessandro, anche se noi non siamo capaci di capirla, di coglierne il senso e il fine”.

“Ora è il tempo delle lacrime, poi verrà quello del ricordo”

“Ora è il tempo delle lacrime- scrive Luca Piccolo- poi verrà il tempo del ricordo, che sarà anche e soprattutto tempo di gratitudine per la persona di Alessandro, per i giorni che abbiamo goduto assieme a lui, per la sua compagnia, per il suo essere perfettamente adolescente, con tutte le bellezze e le stravaganze di un diciassettenne. Questa gratitudine ci aiuterà a riacquistare il sorriso e ci insegnerà non a rammaricarci per quello che Alessandro non ha potuto fare e godere, ma a ringraziare per il bene che ha portato a tutti noi. Il pensiero del bene non crea tristezza, ma apre al sorriso e alla speranza“.

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di Paolo Cortese - 18 Luglio 2025