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Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi

Dalle macerie a modello

Biondi: «L’Aquila ora simbolo di riscatto, non più di dolore. Guardiamo al futuro di Capitale della Cultura»

Il sindaco parla della rinascita della città: «Non abbiamo mai pensato solo a rimettere a posto gli edifici, ma a riconnettere la comunità, restituirle fiducia e opportunità». E presenta la Perdonanza Celestiniana

Politica - di Eleonora Guerra - 29 Luglio 2025 alle 15:15

Da città devastata dal terremoto a Capitale della Cultura 2026. L’Aquila si è riappropriata del proprio destino e, benché resti «ancora da fare», non è più «un simbolo del dolore, bensì del riscatto e del possibile». È il sindaco Pierluigi Biondi a parlare di come la rinascita dalle macerie sia diventata un «modello», costruito grazie a una visione che andava oltre i cantieri: «Non abbiamo mai pensato solo a rimettere a posto gli edifici, ma a riconnettere la comunità, restituirle fiducia e opportunità».

Per L’Aquila un futuro da Capitale della Cultura 2026

Intervistato dal Tempo, il sindaco descrive la designazione a Capitale della Cultura come «un traguardo importante, che rappresenta bene il nostro dna» e chiarisce che è il risultato di «una strategia pluriennale», che ha visto anche la creazione di un’alleanza con i sindaci di altri territori colpiti dal terremoto, come Avellino, Carpi e Ascoli, con i quali è stato sottoscritto un documento strategico basato su quattro assi: cultura, appunto, e turismo, formazione e innovazione.

Da simbolo del dolore a «simbolo del riscatto e del possibile»

La ricostruzione dell’Aquila, ricorda Biondi, è «in una fase avanzata, frutto di un lavoro faticoso, ma costante». «La ricostruzione privata volge al termine, quella pubblica risente ancora del peso della burocrazia, ma procede. Grazie al Pnrr e alla capacità attrattiva e di spesa che abbiamo saputo dimostrare – chiarisce il sindaco – il territorio vive oggi una fase rigenerativa spinta ed è al centro di progetti innovativi di rilievo nazionale, che mi consentono di testimoniare, con orgoglio, il successo di un modello». «Un risultato – aggiunge – reso possibile anche dal sostegno concreto e continuativo del governo Meloni, che ci ha creduto, stabilizzando i fondi per l’ente comunale e finanziando misure strategiche per la ricostruzione».

Biondi: «Non abbiamo mai pensato solo a rimettere a posto gli edifici, ma a riconnettere la comunità»

Ma se ricostruire gli edifici era fondamentale, lo era altrettanto restituire il suo posto allo spirito aquilano. «Abbiamo lavorato per superare la visione “pietosa” dei terremotati. Mi è stato chiesto se fosse giusto spendere 20 miliardi per 70mila abitanti e io ho detto che il nostro Paese deve pensare anche ad un solo cittadino della località più remota. Le aree interne sono da rilanciare», afferma Biondi, che è anche responsabile del Coordinamento autonomie locali di FdI.

«Con una battuta – prosegue Biondi – dico che serve un “marxismo demografico”, redistribuendo la popolazione sui territori. Spesso gli studenti per andare nelle grandi città devono affrontare spese alte, mentre città come l’Aquila possono rappresentare un’alternativa. Penso ai nostri 10mila fuori sede, ben il 15% in più di popolazione. Tra università, Gran Sasso Science Institute, l’Accademia di Belle Arti, il Conservatorio, abbiamo creato nuove opportunità per i ragazzi. L’Aquila è stata da sempre luogo di commercio, dall’allevamento allo zafferano, che l’ha resa aperta e dinamica».

L’Aquila di domani? «Una città che dà il contributo ai risultati delle politiche nazionali»

E oggi è anche una città che guarda al futuro con fiducia, in quell’ottica di comunità che dal territorio si estende alla Nazione. «Come sarà L’Aquila di domani?», chiede Mario Benedetto, che firma l’intervista. Sarà, risponde Biondi, «una città che dia un contributo ai risultati delle politiche nazionali, in cui valorizzare i talenti, abbassando l’età in cui si entra nel mondo del lavoro e favorendo così la nascita di nuove famiglie per invertire l’inverno demografico». «Lavorerò – aggiunge il sindaco – per fare di L’Aquila quello che è stata per noi da ragazzi: un luogo bello, accogliente, in cui costruire il proprio futuro».

Tutto pronto per la Perdonanza Celestiniana

Intanto la città si prepara alla festa della Perdonanza Celestiniana, che proprio per volontà di Biondi è tornata a essere un appuntamento della tradizione di caratura nazionale e internazionale, con il riconoscimento da parte dell’Unesco di “Patrimonio immateriale dell’Umanità” di quello che è l’unico Giubileo a cadenza annuale. «La Perdonanza – spiega Biondi – è un rito che si rinnova a seguito della bolla del perdono di Celestino V, che nei suoi brevi mesi di pontificato ha donato ai credenti la possibilità della remissione dei peccati. Ogni anno tra il 28 e il 29 agosto, quando si apre la porta Santa, chiunque l’attraversi pentito e confessato cancella i suoi peccati. Dobbiamo pensare che all’epoca le indulgenze si acquistavano, erano un privilegio, dunque capiamo la portata rivoluzionaria del gesto. Nel 2022 per la prima volta nella sua storia dopo 7 secoli un Papa ha aperto la porta Santa. L’Aquila, insieme ad Assisi e al cammino di Santiago di Compostela, è divenuta luogo giubilare insieme alla Basilica di San Pietro a Roma».

Il programma della manifestazione

Intorno ai due giorni di celebrazioni religiose, il Comune da qualche anno organizza una settimana di eventi culturali. Per questo 731esimo anniversario della ricorrenza, gli eventi saranno inaugurati il 23 agosto, con la consueta accensione del accensione del Tripode della Pace, seguita da un evento di parole e musica, ideato dal direttore d’orchestra aquilano Leonardo De Amicis, con testi di Paolo Logli e la partecipazione di Raoul Bova, Lorena Bianchetti, Francesco Gabbani, Alex Britti, Amara, Gaetano Curreri con gli Stadio, Vittoriana De Amicis e Renato Zero. In scena con loro, sullo sfondo della Basilica di Collemaggio, ci saranno l’Orchestra del Conservatorio “Alfredo Casella” e i cori riuniti della città.

La chiusura si terrà il 30 agosto, con un altro concerto-evento alla Basilica di Collemaggio, durante il quale si esibiranno Antonello Venditti, Giuliano Sangiorgi, Brunori Sas, Francesca Michielin, diretti dal maestro De Amicis e accompagnati anche loro dall’Orchestra del Conservatorio “Alfredo Casella” e dei cori cittadini.

Nel mezzo un fitto programma di eventi alti e pop, dal Gala internazionale di danza con étoile del Royal Ballet di Londra e della Compañía Nacional de Danza di Madrid al Festival urbano con musica, arti performative e teatro di strada «che – si legge nel calendario della Perdonanza – animeranno cortili, vicoli e piazze della città in una grande festa collettiva». E, ancora, un concerto di Tananai, un spettacolo di e con Stefano De Martino, i cortei storici e le cerimonie religiose. Contributi artistici e culturali che fanno della Perdonanza «una manifestazione ormai matura», come ha detto Biondi presentando l’evento, che lo scorso anno ha fatto registrare 30mila presenze.

 

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di Eleonora Guerra - 29 Luglio 2025