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Uomo colpisce con uno schiaffone la sua fidanzata per ogni “like” ricevuto su Instagram: arrestato a Tivoli

Social e gelosia

Uomo colpisce con uno schiaffone la sua fidanzata per ogni “like” ricevuto su Instagram: arrestato a Tivoli

Cronaca - di Leo Malaspina - 20 Giugno 2025 alle 12:57

Uno schiaffone per ogni “like” ricevuto dalla sua fidanzata su Instagram. La procura di Tivioli ha arrestato un 39enne accusato di lesioni personali, atti persecutori e tentato omicidio e violazione di domicilio e violenza privata. La vittima è la sua fianzata. Il 13 giugno lui è entrato dalla finestra in casa sua e l’ha picchiata a “causa” (si fa per dire…) della pubblicazione su Instagram di una foto insieme a conoscenti durante una passeggiata.

Schiaffoni alla fidanzata per ogni “like” su Instagram

Il 13 giugno 2025 la donna, vittima delle violenze, si era presentata presso l’ospedale di Tivoli lamentando un forte di mal di testa e il personale del pronto soccorso, rilevati ematomi e gonfiore sul volto della donna, aveva attivato immediatamente il cd Codice Rosa, chiedendo l’intervento della Polizia di Stato.La donna, invitata a dire la verità, aveva raccontato di un’aggressione patita nella notte tra il 12 e il 13 giugno dal suo fidanzato. L‘uomo era entrato da una finestra dell’abitazione della donna e la aveva sottoposta a un pestaggio colpendola per ogni ‘like’ che aveva ricevuto in seguito alla pubblicazione di una foto che la ritraeva in compagnia di conoscenti durante una passeggiata.  La vittima tentava di rifugiarsi in un’abitazione vicina, ma l’indagato l’afferrava con violenza e la trascinava verso la sua automobile, le sue urla però allertavano una vicina che intimava all’uomo di fermarsi. L’uomo aveva anche minacciato le due donne dicendo loro che, se avessero chiamato le forze dell’ordine, avrebbe fatto loro del male (“stai attenta a te se chiami i Carabinieri, perché se mi fai arrestare io metto una tacca a ogni giorno di galera che mi faccio e quando esco sono cazzi tuoi”), rimanendo sul posto ad inveire per circa mezz’ora. La vittima aveva poi raccontato della possessività dell’uomo, del suo controllo ossessivo, degli insulti e delle minacce di morte patite, della sua aggressività, condotte che la costringevano a ridimensionare la sua vita ed i suoi movimenti. Il Giudice ha applicato la misura di massimo rigore del carcere anche per l’incapacità di autocontrollo dell’indagato il quale dimostra di portare avanti senza sosta il suo disegno vessatorio nei confronti della compagna, animato dalla sua concezione della compagna quale oggetto di sua proprietà.

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di Leo Malaspina - 20 Giugno 2025