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Spallata al governo? Macché. Gli italiani fanno spallucce al “campo tragico”

Referendum flop

Spallata al governo? Macché. Gli italiani fanno spallucce al “campo tragico”

Con il flop dei cinque referendum sul Jobs Act e sulla cittadinanza per gli stranieri sprofondano definitivamente, e nel peggior modo, i sogni di «rivolta sociale» del “campo Landini”: l’ultima e definitiva involuzione del centrosinistra

L'Editoriale - di Antonio Rapisarda - 9 Giugno 2025 alle 18:51

Con il clamoroso flop dei cinque referendum sul Jobs Act e sulla cittadinanza per gli stranieri sprofondano definitivamente, e nel peggior modo, i sogni di «rivolta sociale» del “campo Landini”: l’ultima e definitiva involuzione del centrosinistra. Dalla spallata nei confronti del governo Meloni – solo due settimane fa, con la riconquista di Genova, al Nazareno coltivano l’illusione di potersi presentare davvero agli italiani con un campo larghissimo – si è passati alle spallucce degli elettori nei confronti dell’ammucchiata composta da Schlein, Conte, il duo Bonelli-Fratoianni, il figliol prodigo Renzi e il pasdaran della Cgil.

Nel giro di pochi giorni tutti i nodi del centrosinistra sono venuti al pettine: disuniti su Gaza, sulla questione Ucraina, sui quesiti referendari, sulla leadership della coalizione. Sintomi di tutto fuorché di una coalizione che può aspirare a presentarsi come alternativa di governo. La decisione di surfare sopra le divisioni, poi, aggrappandosi alla coperta della Cgil e camuffando la tornata come referendum contro il governo in carica è risultata alla fine un vero e proprio suicidio assistito.

Ancora una volta Pd e soci non hanno fatto i conti con la realtà. Né con la propria storia recente. Hanno avuto ben dieci anni al governo per intervenire (vale anche per il salario minimo) sui nodi irrisolti del lavoro ma si sono ben guardati dal farlo: salvo poi assecondare l’idea adolescenziale di Elly Schlein di utilizzare il referendum per abolire le riforme…del Pd. Una decisione spregiudicata e fallimentare che invece di chiudere i conti in casa ha già aperto una “vertenza” sanguinosa con la minoranza interna.

La batosta coinvolge pure i 5 Stelle. Quel Meridione che è stato considerato un’ancora di salvataggio ha voltato definitivamente le spalle a Conte: segno che le ricette sociali del governo hanno seppellito, con il lavoro, la stagione del reddito di cittadinanza. Troppe, infine, le responsabilità della Cgil: morbida e assertiva con i governi tecnici, incoerente con i contratti a 5 euro e con i vertici di Stellantis, militante e barricadera solo quando a Palazzo Chigi arriva il centrodestra. Alla fine della giostra Maurizio Landini si è rivelato per la sinistra tutt’altro che un ispiratore o federatore: un pifferaio tragico.

Ciliegina sulla torta avariata la convocazione della piazza pro-Pal da parte di Pd, M5s e Avs il giorno prima del voto: una trovata di pessimo gusto per attaccare più il governo italiano che quello di Netanyahu e invitare ai seggi in pieno silenzio elettorale. Tutto inutile dato il benservito giunto dagli elettori. Che hanno perfettamente compreso la campagna di fango contro gli avversari e che hanno bocciato sonoramente anche l’idea di infilare la questione della cittadinanza fra i quesiti del lavoro: anche qui la risposta degli italiani è stata inequivocabile. Di più: fra gli stessi elettori del campo largo più di un terzo è in disaccordo con la proposta. Segno che la cittadinanza italiana non è merce da scontare in partenza per rinforzare una sinistra in disperata ricerca di un nuovo sottoproletario: è un punto di arrivo di un percorso di integrazione che deve richiedere una piena adesione a un sistema di valori.

Semplicemente ridicola, infine, la trovata ribadita a caldo da Elly Schlein sulla “sconfitta vittoriosa”: dei 14 miloni al voto ai referendum contro la riforma del…Pd. Un’uscita grottesca che dimostra plasticamente come i temi di questi giorni – lavoro, diritti e questione palestinese – siano stati espedienti, strumentalizzazioni per fare opposizione: e incredibilmente sono proprio loro ad ammetterlo. Ne prenderanno atto a mente fredda valutando passi indietro, dimissioni? Improbabile, perché una sinistra così non accetta minimamente di scendere a contatto con la realtà: troppo arroccata sugli attici della Ztl. Gli “Appennini 2.0” dei novelli partigiani.

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Ci sono 5 commenti

  1. Luciano ha detto:

    Il PD e tutta la becera sinistra, papponi sindacalisti in primis, devono seppellirsi e sparire dalla faccia della terra!

  2. Silvia ha detto:

    Campo tragico? Troppo forte 😋

  3. Mario ha detto:

    Quello di sinistra è un grande contenitore vuoto. Gli italiani vogliono programmi concreti e fatti non chiacchiere di persone che l’unica cosa che fanno per sopravvivere è dare la caccia ai fantasmi del passato. Sono orgoglioso e ringrazio questo governo per quello che fa e la Presidente del consiglio, leader rispettata e ammirata da tutti i capi di stato. Finalmente dopo tanta confusione siamo tornati a contare negli scenari internazionali.

  4. vincenzo ha detto:

    Pensano sia stato un successo ? Bene è giusto anche questo. Fanno parte di un mondo a parte, pensano di aver mosso il 29% dell’elettorato e per loro è un trionfo. Non importa poi l’esito del referendum il quorum non raggiunto, la scelta referendaria di quel 29% quanti “si” e quanti “no”.
    Per il centrodestra che sia Elly o un’altro/a poco importa contenti loro.

  5. Luigi ha detto:

    schlein non vogliamo le tue dimissioni , resta ancora lì per altri 20 anni !!! Cosa gradita così ci dai la patente assicurata per guidare l italia per altri 20 anni!!! Bellissimo

di Antonio Rapisarda - 9 Giugno 2025