
Notte di violenze
Manifestanti anti-Trump mettono a ferro e fuoco Los Angeles: 30 arresti. Il presidente schiera la Guardia nazionale (video)
Los Angeles è piombata nel caos dopo gli scontri di questa notte tra manifestanti pro immigrazione e forze dell’ordine. La polizia ha dovuto usare gas lacrimogeni, granate stordenti e proiettili di gomma per disperdere gran parte della folla. Attualmente, la polizia ha registrato più di 100 arresti tra i manifestanti violenti. Inoltre, per sedare la violenza nelle piazze, Donald Trump ha deciso di schierare 300 agenti della Guardia nazionale, contro il parere dei rappresentanti democratici, del governatore californiano Gavin Newsom e del sindaco progressista Karen Bass. «Sotto il presidente Trump, violenza e distruzione contro agenti e strutture federali non saranno tollerate», ha detto il segretario alla Difesa Peter Hegseth.
All’inizio, migliaia di abitanti di Los Angeles hanno invaso le strade intorno al municipio, al tribunale federale e a un centro di detenzione dove sono imprigionati alcuni manifestanti, ma senza creare disordini. I partecipanti alle manifestazioni anti-trumpiane hanno persino bloccato un’autostrada importante e incendiato diversi veicoli a guida autonoma dopo lo scoppio delle ostilità.
Scontri a Los Angeles, Trump: «Le rivolte sono animate dagli invasori stranieri»
«Non riesco a credere che i media stiano tornando a parlare di ‘proteste per lo più pacifiche’. Queste sono rivolte di invasori stranieri che sventolano orgogliosamente le bandiere dei loro Paesi d’origine. Basta con queste sciocchezze». L’ha scritto su X il presidente Trump, ricordando che I reparti inviati a Los Angeles servono per garantire «un ordine pubblico molto rigoroso» e che altri soldati potrebbero essere schierati in altre città. Quanto alla possibilità di schierare l’esercito per attenuare le rivolte, Trump ha spiegato che questo dipenderà dalla presenza di un’insurrezione, perché nella città californiana «c’è stata molta violenza, non lasceremo che la passino liscia».
Il governatore calforniano Newsom ha protestato per la decisione della Casa Bianca, affermando che il presidente americano ha «creato una crisi», per poi respingere le accuse di incompetenza nei suoi confronti. Poi ha esortato Trump ha dimettersi, dichiarando “illegale” lo schieramento delle forze dell’ordine e che la figura di The Donald sia più simile a quella di un «dittatore, non di un presidente». Pertanto, il capo del Pentagono ha evidenziato su X che i contestatori hanno assaltato gli agenti dell’Ice (agenzia anti-immigrazione), con lo scopo di «impedire la rimozione di stranieri clandestini criminali dal nostro suolo: una invasione pericolosa favorita da cartelli criminali e un enorme rischio per la sicurezza nazionale»
Trump schiera la Guardia nazionale per la seconda volta nella storia degli Usa
L’ultima volta che il presidente degli Stati Uniti ha ‘federalizzato’ la Guardia nazionale, assumendo su di sé il controllo della riserva e sottraendola a quella del governatore locale, fu nel 1992 sempre a Los Angeles. All’epoca, il provvedimento venne adottato per placare le rivolte provocate dall’assoluzione di quattro agenti di polizia bianchi accusati di aver pestato l’automobilista nero Rodney King. I disordini andarono avanti per giorni e furono tra i più gravi nella storia recente degli Stati Uniti. Morirono più di 60 persone, migliaia rimasero ferite e altre migliaia furono arrestate. I danni alle proprietà superarono miliardo di dollari.
Il divieto dei “12 Paesi” è entrato in vigore nella notte
Intanto, l’amministrazione Trump ha scelto di continuare ad utilizzare il pugno duro contro i migranti irregolari. Dalla mezzanotte di oggi è entrato in vigore il nuovo divieto di ingresso negli Stati Uniti annunciato la scorsa settimana, che impedisce agli abitanti di una dozzina di nazioni di entrare negli Usa. La decisione della Casa Bianca colpisce i cittadini di Afghanistan, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Myanmar, Somalia, Sudan e Yemen.