
Sinistra smemorata
Referendum e astensione: la smemoranda rossa da Fassino a Renzi (passando per Napolitano)
Quanti ricordano la Smemoranda, la mitica agenda che intere generazioni di studenti usavano sui banchi di scuola? Per questa tornata di referendum, in calendario domenica e lunedì prossimi, ci vorrebbe una Smemoranda rossa. Un’agenda ad hoc per segnare tutti i voltafaccia di questa sinistra affetta da ricordi a macchia di leopardo. E, anche stavolta, sganasciarsi dalle risate sulle contraddizioni del Pd e dei suoi alleati.
Fassino, Rutelli, Napolitano: quanti tifano per la diserzione ai referendum
Basterebbe partire, ancora prima che dagli esponenti politici, dagli svippati rossi, impegnati nelle battaglie referendarie a corrente alternata. «Luciana Littizzetto smonta il “mito della partecipazione»: questo il titolo del Corriere della Sera nel maggio 2022 dedicato al monologo pronunciato dalla comica nel salotto tv di Fabio Fazio, dedicato appunto alla possibilità di andare al mare a giugno anziché votare i 5 referendum sulla giustizia caldeggiati dalla Lega. In quel caso non era offensivo e anti-democratico, andarsene al mare.
Sui big della politica, invece, l’elenco è lungo assai. Prendiamo qualcuno a caso? Nel 2003 il leader dei Ds Piero Fassino, in un periodo in cui era noto più per i contatti con Profumo (il banchiere) che per le incomprensioni con i commessi sui profumi, predicava una sanissima e democratica astensione. Materia del contendere, il referendum promosso da Rifondazione comunista sull’articolo 18 nelle piccole aziende. Con lui predicavano l’astensione l’allora leader della Margherita Francesco Rutelli e Sergio Cofferati, uno dei predecessori di Maurizio Landini alla guida della Cgil. Proprio quel Landini che, in queste ore, accusa la Meloni di “paraculaggine”. «Chi dice alla gente di non andare a votare non sta difendendo le sue idee o vuol far saltare il referendum. Lo dico in modo ancora più secco: è una pura paraculaggine, oltre ad essere un atto irresponsabile. Perché se uno crede nelle idee e nelle leggi che ha fatto le difende, non ha paura per cui invita la gente a non andare a votare».
Paraculi chi? Landini si legga la Smemoranda rossa
A usare la logica di Landini, in questo elenco di “irresponsabili” ci andrebbe anche qualche inquilino del Quirinale, Da senatore a vita Napolitano (fino a un anno prima presidente della Repubblica) tuonò contro “l’inconsistenza e la pretestuosità di questa iniziativa referendaria: ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati”.
E tra i “paraculi” (sempre a dar retta a Landini) andrebbe arruolato Matteo Renzi che, sul referendum anti-trivelle del 2016 definì il referendum “una bufala”; esaltando il non voto come “costituzionalmente legittimo”. Anche perché, andrebbe ricordato a Landini, che anche la smemoratezza interessata si può tradurre in una banalissima e prosaica “paraculaggine”.