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Nato, la Spagna non paga e si isola. Delirio della Schlein: “Ha fatto bene”. L’ira di Trump: “Raddoppio i dazi a Madrid”

Socialisti iberici e Pd

Nato, la Spagna non paga e si isola. Delirio della Schlein: “Ha fatto bene”. L’ira di Trump: “Raddoppio i dazi a Madrid”

Il governo socialdemocratico dice si agli accordi strategici ma non di spesa. Il presidente americano annuncia che Madrid pagherà il doppio sui dazi

Esteri - di Gianni Giorgi - 25 Giugno 2025 alle 18:36

La Spagna si chiama fuori dalla Nato, o meglio, dalla partecipazione alle spese militari condivisa da tutti. Con una mossa da doppiogiochista dice sì agli accordi strategici per il riarmo ma non alla spesa del 5%, suscitando le ira di Donald Trump che annuncia subito che Madrid pagherà il doppio dei dazi rispetto all’Unione Europea. Mentre Elly Schlein elogia l’isolazionismo di Sanchez, altri leader socialdemocratici criticano aspramente la linea iberica.

Il no della Spagna che si mette fuori dalla Nato

Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, al termine del vertice Nato dell’Aja, conclusosi con un successo “straordinario” secondo Trump, ha affermato di ritenere che sarebbe stato un “errore assoluto” per la Spagna accettare di spendere il 5% del Pil per la difesa, in una conferenza stampa a margine del vertice Nato tenutosi all’Aia.

“Se avessimo accettato quanto proposto, la Spagna avrebbe dovuto destinare oltre 300 miliardi di euro da qui al 2035. Da dove provengono queste risorse? Da più tasse sui cittadini? Da tagli al sistema dell’istruzione, dalla sanità, dalle pensioni? Quando sento il leader dell’opposizione e l’opposizione stessa criticare la posizione del governo spagnolo, mi è chiaro che se oggi ci fosse stato un altro primo ministro qui, la Spagna avrebbe firmato il 5% del Pil per la difesa”, ha fatto presente Sanchez, che per tutto il vertice dell’Aja aveva evitato di incrociare il presidente americano, che non ha gradito nulla, neanche questo. E a fine giornata ha attaccato la Spagna promettendo “vendetta”.

Trump: “Per Madrid dazi al 20%”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, però, non l’ha presa bene e ha attaccato la Spagna sul tema della spesa per la difesa degli alleati Nato. Durante una conferenza stampa all’Aia, il presidente Usa ha affermato che “è l’unico Paese che non vuole pagare di più e rimanere al 2 per cento: e la loro economia va bene, anche se la situazione potrebbe cambiare”. Trump ha detto che “per questo la sua amministrazione negozierà un accordo commerciale con la Spagna, facendo pagare a Madrid il doppio: si rifiutano di pagate ciò che è dovuto, quindi ripagheranno noi con i dazi”.

La Danimarca: “Sanchez sbaglia”

“La Spagna sta sbagliando nel contrastare l’obiettivo di spendere il 5% del Pil in difesa, come chiesto dalla Nato”, ha affermato, in un punto stampa al summit dell’alleanza a L’Aia, il primo ministro danese, Mette Fredriksenn a conferma che gli unici socialisti contrari sono quelli spagnoli e quelli italiani del Pd. “Non capisco il punto di vista spagnolo, l’Europa deve potersi difendere da sola e la Nato deve potersi difendere da sola”, ha detto Fredriksen, “quello che la Spagna dice di poter ottenere con il 2,1% e’ sbagliato”.

La Schlein elogia la Spagna

Ad elogiare Sanchez, come detto, è arrivata Elly Schlein. La segretaria nazionale del Pd afferma che, “l’Italia doveva dire no all’aumento delle spese militari al 5% e restare dentro l’alleanza, così come rimane dentro l’alleanza atlantica anche la Spagna: io ho detto a Giorgia Meloni che nell’interesse dell’Italia e per non mettere un’ipoteca sul futuro delle prossime generazioni, lei doveva tenere la stessa posizione della Spagna che ha confermato l’impegno Nato e ha confermato gli obiettivi di capacità ma ha rivendicato di poterli raggiungere senza un aumento al 5%, ma fermandosi al 2,5% del Pil e hanno raggiunto un accordo”, le parole della segretaria di Largo del Nazareno.

Schlein, Sanchez e il gioco delle tre carte sulla Nato

Schlein premier avrebbe fatto come Sanchez. E l’Italia sarebbe rimasta di fatto fuori dall’alleanza atlantica. Perché come il suo collega iberico ama il gioco delle tre carte, ancora in voga in alcune zone di Napoli. Il cerchiobottismo di dire si agli accordi ma non di pagare, pagando di fatto di più attraverso i dazi. Se a Palazzo Chigi ci fosse la Schlein l’Italia oggi sarebbe esposta a notevoli rischi. Sul fronte sud con le tensioni nel Mediterraneo. Sul fronte est con il conflitto di Kiev. Saremmo isolati completamente. Ma grazie a Dio Elly sta a Largo del Nazareno.

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di Gianni Giorgi - 25 Giugno 2025