Che le partenze siano state “frenate” dalle sentenze “contro”, è un dato di fatto, che neanche il ministro Matteo Piantedosi si sente di negare. Ma che le partenze e i trasferimenti dei migranti verso il Cpr dell’Albania proseguano, nonostante tutto, è un dato di fatto. “Il centro migranti funzionerà. I numeri sono piccoli, è vero, purtroppo ci sono stati dei pronunciamenti giudiziari nazionali, alcuni anche contraddittori tra di loro. Siamo in attesa che si pronunci la Corte di giustizia europea. Siamo convinti che siamo dalla parte del giusto, dal punto di vista dell’applicazione del diritto anche europeo. Abbiamo portato circa 110 persone, ad oggi. Nei prossimi giorni ci saranno altri trasferimenti. Tolti coloro i quali sono stati liberati dal trattenimento presso quei centri siamo a una esecuzione del 50 per cento dell’esecuzione delle espulsioni”, ha detto ieri a Repubblica, annunciando il trasferimento di altri 15 migranti a Schengjin prima e a Gjader poi.
Migranti, i trasferimenti in Albania non si fermano
Il governo dunque va avanti, in attesa che la Corte di Giustizia europea si pronunci sulla bocciatura dei trasferimenti in Albania da parte della Corte di Cassazione che, nelle scorse settimane, aveva accolto il ricorso presentato da due migranti. Intanto, il Pd “chiama” i giudici, ancora una volta invitati a sostituirsi alla politica sul fronte dell’immigrazione. “Altre 15 persone sono state portate ieri nel Cpr di Gjader dai Cpr italiani, nonostante i due rinvii pregiudiziali operati dalla Corte di Cassazione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea” e questo “è una forzatura politica grave”, dice la deputata del Pd Rachele Scarpa secondo cui “il governo va avanti per la sua strada”. E su questo non si può che essere d’accordo.