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Magi cavalca il Pride per attaccare Meloni e Trump, ma tace sui Paesi dove i gay vengono impiccati

La contraddizione

Magi cavalca il Pride per attaccare Meloni e Trump, ma tace sui Paesi dove i gay vengono impiccati

Il deputato di +Europa, come tutti gli organizzatori della manifestazione, tacciono sui diritti negati in Medioriente alla comunità omosessuale

Politica - di Giuliano Galdi - 14 Giugno 2025 alle 18:27

Il Pride che sfila per Roma diventa l’occasione per accusare Meloni, Trump, Orban, Netanyahu. Invece che una giornata di festa per celebrare legittimamente un orgoglio, la manifestazione diventa l’occasione per accusare i leader di Paesi occidentali dove, e non è un inciso, i diritti dei gay vengono rispettati. Difendendo, invece, quei Paesi arabi in cui l’omosessualità è considerata una blasfemia e viene severamente punita. Tra i protagonisti dei carri il solito Riccardo Magi, deputato di + Europa.

Magi contro Orban, Meloni e Trump e il silenzio sugli arabi

“È oggi più che mai importante essere al Pride nel momento in cui nel mondo ci sono autocrazie, democrazie illiberali, regimi fondamentalisti che colpiscono i diritti civili e le libertà individuali in Ungheria, come in Russia e come negli Stati Uniti di Trump, dove alcune parole, come gay, sono vietate nei siti istituzionali. Il nostro governo non condanna tutto questo, anzi Meloni è amica di questi regimi e questo è grave”, ha detto Magi sul carro allestito da +Europa. E mentre gli slogan contro Israele abbondavano, il parlamentare radicale taceva sugli stati teocratici arabi che considerano l’omosessualità un reato.

Magi e la memoria selettiva sui diritti civili

Riccardo Magi è un Marco Pannella che non ce l’ha fatta. Lo storico leader radicale difendeva Israele in tempi non sospetti. Anche sulla questione dei diritti civili. Perché Tel Aviv è l’unica democrazia del Medioriente e come tale è l’unica nazione in cui non solo vengono garantiti i diritti civili ma si svolge regolarmente e ogni anno il Gay Pride.

Dall’Iran all’Arabia Saudita è un fiorire di condanne per gay e lesbiche. Le persone LGBT sono legalmente perseguitate in: Dubai, Abu Dhabi, Ras al-Khaimah, Umm Al Quwain, Ajman, Fujairah e Sharjah, che insieme formano gli Emirati Arabi Uniti. Tutte le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio eterosessuale sono un crimine. Queste cose Magi le sa ma non le dice. Preferendo salire sul carro del Pride, l’unico che può garantirgli di mantenersi il seggio.

 

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di Giuliano Galdi - 14 Giugno 2025