Il 2 Giugno è festa di tutti; è politicamente laica: nessuno si dissocia dalla celebrazione della Repubblica; che è più di una forma di Stato: è la nostra comune identità; è luogo del nostro patriottismo nazionale, culturale ma anche “costituzionale”: una scelta consapevole, che non prevede né vincitori, né vinti.
«Il 2 giugno celebriamo la nascita della nostra Repubblica. Un giorno che ci ricorda chi siamo: un popolo fiero, capace di rialzarsi dopo le prove più dure, tenendo saldi i valori della libertà, dell’unità e dell’identità nazionale.” (Giorgia Meloni, 2 giugno 2025)”.
Ecco una festa che tutti sentono propria: italiani di ogni appartenenza, ceto, territorio. Di ogni fede. Di destra e di sinistra. Il 2 Giugno è festa di tutti; è politicamente laica: nessuno si dissocia dalla celebrazione della Repubblica; che é più di una forma di Stato: è la nostra comune identità; è luogo del nostro patriottismo nazionale, culturale ma anche “costituzionale”: una scelta consapevole, che non prevede né vincitori, né vinti. Né post, né anti. Non divisioni, non eredità esclusive, nessuna contrapposizione. La comunità si ritrova con la sua simbolica di unità nazionale: la Costituzione, la Bandiera, l’Altare della Patria, le Forze armate, le Frecce tricolori; la parata ai Fori; i sindaci in fascia tricolore; il Governo, il Parlamento; le Alte cariche; la maggioranza e l’opposizione; la Nazione, tutta: il Capo dello Stato che la rappresenta. Ci rappresenta. Visi e sorrisi di ogni appartenenza, di ministri e di oppositori.
Ricorrenza senza divisioni e polemiche
Nessuna polemica, niente svirgolature; né abrasioni. E neppure gaffe. Non ci sono attacchi. Non ci sono cortei, non ci sono comizi; nessuno ne sente il bisogno. Chiedetevi dentro di voi perché. La “lettura” é comune. Come la memoria. Che non é divisa: é una sola. E non lascia varchi a interpretazioni; di parte. Né di “noi”, né di “loro”. Nessuno é escluso.
C’è la gente, tanta, in festa. Cosa c’è di diverso dal 25 Aprile ? Perché il 2 Giugno se ne differenzia così tanto ? Perché questa unisce e l’altra separa. Eppure, storicamente appartengono allo stesso contesto. La fine del ventennio fascista e della monarchia, la scelta della Repubblica. Il ritorno della democrazia. Bisogna chiederselo, anche qui, a destra.
Quell’incontro tra Nemici per scegliere la Repubblica
Non rivelo un segreto se dico che i “proto-destri” del nascituro Msi, nel referendum votarono per la Repubblica. É storia. Nota, condivisa. Togliatti e Romualdi, il Guardasigilli- capo del Pci e il futuro numero due del Msi, vice-segretario dei “repubblichini”, condannato a morte e latitante, si incontrarono e fecero il patto; segreto: l’amnistia metteva fine alla guerra civile; recuperava alla Nazione anche “i vinti”. Che nel referendum del 2 e 3 giugno 1946 votarono per la Repubblica. Sì, certo: fu patto politico; di convenienze reciproche; di cui la politica é impastata. E anche la Storia; con successive cadute, rotture, crisi. E dissensi; degli abbondanti estremisti; “di qua” e “di là”.
La comune Repubblica da Togliatti e Romualdi alla premiership di Giorgia Meloni
Molti anni dopo, come racconta Antonio Padellaro, nel suo libro “Il gesto di Almirante e Berlinguer” – a proposito: ne parla poco, ho il sospetto si sia pentito, glielo hanno contestato ? – altri due personaggi, nei fine settimana parlamentare, non visti, con pochissimi testimoni, si incontravano a tu per tu; in segreto, al secondo piano di Montecitorio: il capo dei comunisti e il segretario dei missini. Erano anni drammatici per la Repubblica; gli anni di piombo, delle spranghe, dei ragazzi che si ammazzavano tra loro, delle bombe, del terrorismo, del rapimento e e dell’assassinio e morte di Moro e degli agenti di scorta. Del gioco al massacro dei “Rossi” e dei “Neri”, mosso da pezzi di Stato e Servizi infedeli. Da potenze straniere. Parlavano. Si parlavano. Discutevano. Gli incontri poi finirono. Uno dei due se ne andò, per sempre; la gente lo pianse; l’altro s’inchinò al suo corpo senza vita; insieme a quell’altro che molti anni prima aveva incontrato il Migliore, pro Repubblica. Nello stupore generale; e nello sconcerto di qualcuno. Poi toccò ai suoi piangere lui; anzi loro, morti insieme. E vennero loro “di là” a restituire l’omaggio. Non so se il desiderio di Padellaro di una comune “Piazza Almirante e Berlinguer” ci sarà mai. Ma so che la nostra Repubblica é forte anche grazie a quei segreti incontri. Tra Nemici; che forse non lo erano. A quei mattoni sconosciuti alla Casa comune. La Repubblica-Nazione é viva; é forte; é sempre più di tutti. Grazie a loro; anche a loro. A figure ed esempi. E a una destra contemporanea che con Giorgia Meloni guida la Repubblica, in assoluta fedeltà alla Costituzione; con modalità, gesti e parole esemplari. A sinistra farebbero bene a riconoscerlo.