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Ipnosi degli schermi illuminati. 10 metodi per sopravvivere alla nomofobia, la paura di non essere connessi

Nuove trappole

Ipnosi degli schermi illuminati. 10 metodi per sopravvivere alla nomofobia, la paura di non essere connessi

Siamo tutti vittime della nomofobia, la paura di rimanere disconnessi. Controlliamo in continuazione il nostro cellulare con la stessa smania di una persona seduta di fronte alla roulette

Cultura - di Andrea Moi - 1 Giugno 2025 alle 07:00

La Nomofobia (No-mobile phobia) è il timore di rimanere disconnessi dalla rete, di non poter accedere ai social e di essere quindi tagliati fuori dal mondo. Questo tipo di paura è stata studiata da David Greenfield, psichiatra all’Università del Connecticut. Secondo Greenfield, l’attaccamento a internet è una dipendenza come le altre: produce dopamina ed innesca il neurotrasmettitore che regola il circuito cerebrale della ricompensa. Per il medico americano questo meccanismo induce le persone a svolgere attività che pensano possano portargli piacere. Ma non sempre è così.

Ipnosi notifca

La nomofobia include inoltre la dipendenza dalle notifiche, comportamento che si può accostare a quello del gioco d’azzardo. Di fronte alla vibrazione dei nostri device, siamo convinti ci aspetti sempre qualcosa di curioso e interessante, così controlliamo in continuazione il nostro cellulare con la stessa smania di una persona seduta di fronte alla roulette, in attesa di una buona notizia. Il problema è che non sempre quello che troveremo dietro quella notifica sarà bello ed interessante e la delusione non farà altro che aumentare la nostra curiosità. La prossima volta sarà diverso. Bisognerà tornare a controllare quanto prima entrando in un labirinto dal quale sarà difficile uscire.

Filter bubble e metaverso

Chini sui nostri device, con le fronti illuminate. Sulle pupille scorrono i contenuti. Quella in cui tutti viviamo è una vera e propria ipnosi intensificata dalla filter bubble, l’algoritmo che ci fa sentire sempre a casa. I contenuti del feed vengono fatti corrispondere ai nostri interessi, così come le pubblicità che ci vengono proposte. I dati, costruiti intorno ai nostri comportamenti virtuali, generano una bolla di comfort, uno spazio fatto apposta per noi. Chissà, magari è questo il metaverso che sognava Zuckerberg.

Dallo studio ai metodi pratici

Per chi volesse approfondire il tema della profilazione dei dati, consigliamo Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff e Antropologia degli schermi di Mauro Carbone, entrambi editi da Luiss. Per chi volesse provare a liberarsi da questo incantesimo digitale chiamato nomofobia, consigliamo 10 metodi pratici.

Una doverosa avvertenza

Questi metodi non possono essere applicati da chi lavora nella comunicazione, dai medici con reperibilità e da tutte quelle persone che, per mestiere, sono costrette a rimanere connesse. Lasciamo a voi la sensibilità di comprendere che non esiste un rimedio scientifico immediato e che, la regolazione delle abitudini, deve avvenire con gradualità.

10 consigli pratici per spezzare l’incantesimo

1 Rimuovi le notifiche superficiali. Alcune applicazioni installate, magari per fare un acquisto, inviano pubblicità su offerte e aggiornamenti. Disattivale se non sono indispensabili. Sarà un segnale in meno da attenzionare. La stessa cosa puoi farla sulle newsletter sulle quali ti sei iscritto. Se ritieni non siano più utili, disiscriviti.

2 Trova delle alternative sane per riempire i tempi morti. In attesa dal medico, sui mezzi pubblici, portati un libro oppure concentrati su qualcosa di utile. Anche il pensiero va allenato.

3 Non tutto quello che vivi va condiviso all’istante. Ci sono degli eventi che vanno vissuti con la giusta intensità. Cerca di essere presente e di vivere il momento, Hic et nunc, qui ed ora. Lascia eventualmente a un momento successivo la condivisione di quello che è successo. Ad esempio, se sei ad un concerto, balla e divertiti, ascolta ed emozionati. Quando torni a casa potrai pubblicare quello che vuoi.

4 Non addormentarti col cellulare accanto. Se non hai urgenze particolari, disattiva la rete mobile. Se succede qualcosa di importante, ti chiameranno.

5 Lascia del tempo tra il sonno e il controllo delle notifiche. Crea uno spazio di riposo, con pochi stimoli, notifiche, video e luci intermittenti. Pochi minuti tra il sonno e il controllo del cellulare aiuteranno ad addormentarti più serenamente.

6 Non serve fotografare sempre tutto. Lascia che la tua mente possa registrare in modo autonomo la situazione. In questo modo allenerai la memoria e tornerai a vivere il presente con maggiore attenzione. E poi, diciamolo, in quanti tornano a vedersi le centinaia foto salvate in galleria?

7 Se sei in cerca di una relazione, la sovraesposizione virtuale probabilmente non aiutarti. Che i tuoi possibili ammiratori o ammiratrici sappiano tutto di te, probabilmente non ti renderà più interessante ma più prevedibile e superficiale. Lascia degli aspetti nascosti. Riservali a quelli che ti conoscono di persona.

8 Cerca di capire se il tempo che passi online è veramente utile. Individua le app che ti distraggono di più e analizza se l’attenzione che gli rivolgi è ben spesa.

9 Trasforma le conversazioni whatsapp in delle riunioni. Se non è materialmente possibile, organizza una videochiamata. Se devi organizzare qualcosa, una riunione anche se in remoto, sarà più efficace di una lunga chat.

10 Riserva del tempo reale alle relazioni umane. Per solidificare i rapporti sono importanti gli sguardi e la presenza fisica. Incontrarsi invece di scriversi messaggi può fare la differenza.

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di Andrea Moi - 1 Giugno 2025