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Il Pd, dal campo largo agli “accampati”: Bettini ora propone «una tenda» per accogliere chi ci sta
La parola d'ordine del "Richelieu" dem è: «Allargare, allargare e ancora allargare». Ma serve solo ad aprire un nuovo fronte di scontro al Nazareno: Sensi la prende malissimo, Morassut fa il pompiere
Dallo psicodramma Pd post-referendum emerge una nuova categoria politica: gli accampati. A lanciarla è stato Goffredo Bettini, che in un articolo a sua firma sull’Unità prende atto della sconfitta e, benché cerchi di mitigarla sostenendo che «il vento di destra si è affievolito», ammette che «non siamo ancora pronti a vincere per un’alternativa». Che fare, dunque? La formula proposta dal “Richelieu” del Pd è sempre la solita: «Allargare, allargare e ancora allargare». Ma non solo ai partiti che possono comporre il campo largo o larghissimo. Allargare a tutti: liste civiche, associazioni, volontariato. Costruendo «una tenda sotto la quale raccogliere questo mondo». Ed ecco che nella mente di chi legge si materializzano Elly Schlein, Giuseppe Conte, il duo Bonelli-Fratoianni e chi più ne ha più ne metta sotto una bella canadese pronta ad accogliere un’allegra brigata di chiunque ci stia: praticamente un meme involontario.
Bettini passa dal campo largo al parco degli accampati: «Occorre costruire una tenda»
Per Bettini occorre «impiantare un soggetto liberale, repubblicano, progressista, ma moderato che manca alla nostra alleanza». «Lo dirò all’infinito: non si può partire dall’alto. Dai nomi che si elidono l’uno con l’altro. Si deve scavare nella polvere della vita quotidiana. Devono essere le liste civiche, le associazioni, il volontariato, l’Italia migliore che si impegna per il bene comune a mettersi insieme per darsi forza politica. Occorre qualcosa di plurale, di vivo, di giovane, di disinteressato. Occorre “una tenda” sotto la quale raccogliere questo mondo. Se questo accadrà – aggiunge fiducioso il dirigente nazionale dem – noi saremo più forti dei nostri avversari».
«Conte, la Schlein, Avs, sono in forme diverse, una classe politica credibile. Senza interferire, dovrebbero favorire la costruzione di questa nuova “tenda”. Nessuno dei più significativi leader dell’area centrista può proporsi da solo. È una nuova generazione che deve irrompere. Ma – scrive ancora Bettini – se venisse anche da loro una parola di incoraggiamento, di stimolo, di coraggio sarebbe tutto più facile e tutto più ricco. In questo quadro, le preclusioni sui singoli nomi diventerebbero incomprensibili, inaccettabili e autolesioniste». «Se non commettiamo errori, potremmo avere la strada spianata», è la convinzione di Bettini.
Il Pd alle prese con un ulteriore psicodramma
«Leggo dotte teorizzazioni sulla necessità di una “tenda” dove raccogliere liberali, moderati. Ovviamente, fuori dal Pd. Magari lontano dalla vista, fosse mai che disturbino. Ricordo che il nostro partito è nato proprio come luogo di questa contaminazione. E continuerà ad esserlo», è stato il commento sui propri social del senatore Pd, Filippo Sensi, al quale ha replicato il deputato Roberto Morassut. «Il partito democratico è nato e resta un luogo di contaminazione. Condivido in questo l’affermazione di Filippo Sensi. E il fatto che l’esistenza di una componente riformista sia essenziale per il Pd e per tutti. Il Pd è la cerniera del centro sinistra», ha detto, precisando però che «ciò non toglie che esistano consistenti forze di ispirazione liberale, cattolico democratica e moderata che non ritengono più da tempo di far parte organicamente del Pd e che però cercano un rapporto esplicito di raccordo con le opposizioni a questo governo e di costruzione di una alleanza di governo per il futuro nel centro sinistra».
«Se questo è vero sorge la necessità di un’azione che consolidi quest’area moderata e la renda utile e efficace per una alleanza vincente. Credo che fosse questo lo spirito con cui oggi Goffredo Bettini ha parlato della necessità di una “tenda” per i moderati. Un ragionamento – ha concluso Morassut – semplice e oggettivo senza obiettivi di conflitti interni». Insomma, che sia per la ricerca del campo largo o per quella del parco del bivacco, resta sempre una costante: al Pd manca sempre la bussola per percorrere la «strada spianata» che vede Bettini.
Una tenda dentro cui accogliere visionari gente di ogni dunque, allargare e poi ancora allargare la schiera tra liste civiche, associazioni, volontariato, dice Bettini che il vento di destra s’è affievolito in virtù di quale parametro indicativo non è da sapere, comunque mai con il popolo con lui no perché non comprende. Ogni periodo un’invenzione per andare avanti, contro Berlusconi Bersani provo’ a “smacchiarlo” il giaguaro, poi andò come andò. Poi un’altra ancora lo slogan all’americanata fu “wy not” perche’ no, poi ancora, le “sardine” adesso un’altra genialità del campo più allargato inteso come spazio per tutti i diversi si, ma pur sempre il solito caos d’idee .
ecco bravi andatevene in campeggio che è meglio per tutti. ma questi sono proprio idioti!
Ehi, fenomeno, guarda che i numeri dicono che l’Italia migliore che citi non è di sinistra. Fattene una ragione.
Ma vai a scopare il mare !!! (scopare inteso come ramazzare).
Vadano ad accamparsi in palestina e ci restino volgari e falsi.