
Legittima difesa
Giustizia è fatta: assolto il carabiniere che uccise un immigrato egiziano che aveva accoltellato quattro persone (video)
Legittima difesa, altro che abuso. La vittima si era avvicinata a 80 centimetri e il carabiniere “aveva agito correttamente”: è questa la conclusione della procura di Rimini, che ha chiesto l’archiviazione per Luciano Masini, il carabiniere che nella notte di Capodanno ha sparato e ucciso Muhammad Sitta, 23enne egiziano, dopo che aveva accoltellato quattro passanti a Villa Verucchio. In evidente stato di alterazione, il giovane si aggirava armato per strada, ignorando gli ordini del maresciallo di gettare il coltello. Masini aveva esploso dodici colpi, i primi a terra per intimidirlo, poi colpendolo per fermarne l’avanzata. L’indagine per eccesso colposo di legittima difesa, aperta come atto dovuto, si chiude dunque senza colpe: per i magistrati l’intervento del carabiniere è stato necessario e proporzionato. Determinanti i video dei passanti. L’intera comunità si era schierata con il comandante, raccogliendo 40mila euro per le spese legali. La pistola Beretta PM/12, secondo il quadro delineato dagli inquirenti, va considerata – date le circostanze – come l’unico strumento idoneo ad opporsi all’avanzata del 23enne, che non si era fermato nemmeno dopo le intimazioni del luogotenente e dopo l’esplosione dei primi colpi di arma da fuoco. Altri strumenti – come taser o spray al peperoncino – sono stati ritenuti non adeguati a fornire una risposta alla situazione di immediato pericolo in cui il militare dell’Arma è venuto a trovarsi la notte di Capodanno, a Villa Verucchio, nel Riminese.
L’accoltellatore ha continuato ad avanzare fino a ritrovarsi una distanza di circa 80 centimetri dal comandante Masini. Non essendoci più né tempo né spazio per una diversa reazione, il carabinieri non ha potuto far altro che sparare per abbattere Sitta.