
Aveva 78 anni
È morto il rapinatore che ispirò la sindrome di Stoccolma: i 4 ostaggi dopo 6 giorni parteggiarono per lui
Tutto ebbe inizio il 23 agosto 1973: la tentata rapina alla banca di credito svedese, compiuta da Clark Olofsson e Jan Erik Olsson, è diventato il colpo più studiato dai manuali psichiatrici, meglio noto come sindrome di Stoccolma.
Clark Olofsson, che ha ispirato anche una serie Netflix, morto oggi in Svezia a 78 anni, prese in ostaggio quattro ostaggi, tre donne e un uomo. Il comportamento psicologico delle quattro vittime, per sei giorni nelle mani dei sequestratori, ma spaventate più dalla polizia che da loro, venne studiato a lungo dagli esperti. Durante quel sequestro durato quasi 6 giorni, le donne in ostaggio di Olofsson e del suo complice, hanno iniziato a simpatizzare con lui e l’altro rapinatore, difendendo le loro azioni e diventando sempre più ostili nei confronti della polizia all’esterno.
L’espressione sindrome di Stoccolma è stata coniata dal criminologo e psicologo Nils Bejerot per definire la reazione emotiva al trauma sviluppata automaticamente a livello inconscio e legata al fatto di essere una vittima. Fu un fatto di cronaca nera ad ispirare lo psicologo. Nel 1973 Jan-Erik Olsson, evaso e armato, fece irruzione in una banca di Stoccolma prendendo in ostaggio tre donne e un uomo. Il sequestro catturò l’attenzione dei media di tutto il mondo, ma all’interno di quelle mura assediate accadde qualcosa di inaspettato: le vittime iniziarono a simpatizzare con i loro sequestratori. Dai qui il fenomeno ribattezzato sindrome di Stoccolma, nel quale la vittima prova per il carnefice sentimenti positivi come l’empatia, la fiducia, arrivando ad innamorarsene.
Nei confronti dell’aggressore o sequestratore si crea quindi una sorta di alleanza e solidarietà. Molti esperti descrivono la sindrome come una condizione psicologica, ma per altri specialisti non ha i requisiti indispensabili per rientrare nei manuali di psichiatria e nemmeno in una classificazione psichiatrica relativa alle malattie mentali.
“È importante notare che la sindrome di Stoccolma non è riconosciuta come una diagnosi clinica ufficiale – sottolineano gli esperti del Santagostino Psiche – Non è contemplata né nei manuali diagnostici e statistici dei disturbi mentali (Dsm), né nella classificazione internazionale delle malattie (Icd). In quanto malattia psichiatrica a sé stante non ha infatti alcun particolare nome scientifico. Tuttavia, l’espressione è comunemente utilizzata da medici e psicologi”.