È morto la notte scorsa Giancarlo Santalmassi, volto storico del Tg2. Il giornalista, 83 anni, era ricoverato nella clinica romana Quisisana. Ha raccontato senza retorica i drammi e le svolte del Paese. Dalla Rai a Radio 24, una carriera costruita sull’indipendenza e l’innovazione. Nato a Roma il 20 ottobre 1941, iniziò giovanissimo la sua carriere collaborando con il settimanale Panorama. Poi il passaggio in Rai, dove fu prima inviato per Tv Sette, poi redattore al Tg2 divenendo il primo giornalista a condurre il telegiornale, oltre a diverse trasmissioni di approfondimento. Nel 1994 il passaggio a Radio Rai, per la quale fondò e condusse la trasmissione Zapping. Nel 1998 approdò al Gruppo Il Sole 24 Ore, dove dal 2000 diresse Radio 24. Dal 2013 diresse il quotidiano di informazione digitale In più, di cui fu anche fondatore e opinionista.
È morto Giancarlo Santalmassi, volto storico del Tg2
Lunga la sua militanza in Rai, iniziata nel 1961, durante la quale raccontò pagine storiche della politica e della cronaca, dal rapimento di Aldo Moro (conducendo l’edizione straordinaria del Tg2) all’attentato a Giovanni Paolo II sino alla vicenda del piccolo Alfredino Rampi, caduto e poi morto in un pozzo artesiano a Vermicino, alle porte di Roma. Indimenticabile la sua voce – pacata ma ferma – che alle ore 10,01 del 16 marzo 1978 con l’edizione straordinaria del Tg2 interruppe le trasmissioni per annunciare al Paese il rapimento di Aldo Moro e la strage della scorta in via Fani. Fu l’inizio di una cronaca drammatica seguita giorno per giorno, con una lucidità che non scivolò mai scivolò nel sensazionalismo. Santalmassi fu il primo giornalista italiano a portare sul piccolo schermo uno stile di conduzione “all’americana”, diretto, essenziale, vicino al pubblico.