
Le audizioni
Covid, i lavori in Commissione: nuove ombre sulle mascherine cinesi inidonee e i miliardi di euro spesi
Riflettori accesi sul periodo dell'emergenza pandemia e sui mancati controlli di qualità dei presidi acquistati da Pechino
Covid made in China. Quattro miliardi di mascherine distribuite solo nel 2021, un lavoro quadriennale per un totale di 500 mila metri cubi di merce smistata. Sono questi i numeri della Sda, società di servizi di logistica che durante gli anni del Covid si è occupata della distribuzione dei Dpi e dei vaccini per conto della struttura commissariale guidata inizialmente da Domenico Arcuri. Il 25 giugno l’ex ad della società, Gabriele Di Marzio (oggi alla guida di Poste Logistics Spa), nel corso di un esame testimoniale davanti alla commissione Covid, ha offerto nuovi spunti a chi studia il filone dell’arrivo in Italia di mascherine non idonee.
Il nodo delle responsabilità dei controlli sulle mascherine Covid
L’ex amministratore delegato di Sda, nel corso dell’audizione, ha specificato più volte che la società si occupava esclusivamente di controllare la coerenza delle referenze, effettuare un controllo quantitativo della merce e qualitativo della confezione, “ma non aprivamo mai il pacco”, ha precisato. I controlli di qualità sulla merce erano, dunque, effettuati frequentemente dalla struttura commissariale e più precisamente dalla Croce Rossa. “Noi eravamo responsabili solo dell’imballaggio”, ha ribadito Di Marzio che poi ha aggiunto: “Non abbiamo mai ricevuto richiesta di controllare il marchio”.
Quell’operazione spettava alla Dogana. Proprio sui controlli, però, è stata evidenziata un’anomalia contrattuale dai commissari. L’articolo 8 comma 2 impegnava la società di logistica a effettuare il controllo sulla qualità degli imballaggi, mentre l’articolo 8 comma 1 del contratto imponeva anche un controllo della qualità della merce. Controllo che, però, Sda non ha mai effettuato né vi è mai stata alcuna contestazione da parte del commissario Arcuri da questo punto di vista.
Le mascherine sequestrate nei depositi di Sda
Ma non è tutto. “Le mascherine arrivate nei depositi Sda dalla Cina nel 2020 e poi sequestrate dalla Guardia di Finanza perché aventi marcatura CE falsa o accompagnata da certificazioni inidonee o non conformi e pericolose per la salute, come confermato dal teste, sono le stesse che la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri aveva chiesto alle Dogane di Malpensa di sdoganare”, rivela la deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Covid. Che poi conclude: “Continueremo a vigilare e a far luce su una vicenda alquanto oscura delle prime fasi della pandemia”.
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