
La discriminazione
Milano, Sala dice no a una scuola intitolata a Ramelli. Indignazione della destra: “Alle vittime di sinistra sì…”
La “rispostaccia” del sindaco Beppe Sala è sorprendente e contraddittoria, ma in linea con la tradizionale “discriminazione” tra le vittime degli Anni di piombo, quando sinistra e destra si fronteggiavano, purtroppo, per strada, a suon di agguati e omicidi. Oggi, a distanza di anni, il sindaco di Milano considera “divisiva” la proposta formulata dal presidente del Senato Ignazio La Russa di intitolare una scuola di Milano a Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù ucciso 50 anni fa da membri di Avanguardia Operaia. Ramelli era di destra, dunque, per Sala, sarebbe divisivo, anche se alla vittima della violenza nera, l’antifascista Claudio Varalli, la scuola è stata intitolata.
Una scuola per Ramelli, il no del sindaco Sala
Una scuola per ricordare Sergio Ramelli? “Lo credo difficile onestamente – ha commentato il sindaco Giuseppe Sala a margine della commemorazione per Alberto Brasili, giovane ucciso anche lui 50 anni fa da giovani di estrema destra -. Il fatto è che non abbiamo tutti questi spazi di intitolazione, poi quando le intitolazioni diventano così divisive…”. “A me sembrava che la mia proposta” di dedicare un luogo di Milano a tutte le vittime del terrorismo “avesse senso, perché non c’era un intento pacificatorio, ma di dare un giudizio su quel periodo storico e ricordare le vittime – ha concluso -, se poi cominciamo ancora a intitolare a ognuna delle vittime non finiamo più”.
L’indignazione della destra per la discriminazione
Due pesi e due misure, è la sintesi di La Russa. “Dal sindaco Sala mi aspetto anche il sostegno all’intitolazione del liceo Molinari a Sergio Ramelli, così come fu sostenuta l’intitolazione al giovane Claudio Varalli della scuola che oggi porta il suo nome. Ogni argomentazione contraria farebbe ricadere le parole del sindaco in una direzione opportunistica di due pesi e due misure”, dice il presidente del Senato.
“Le parole del sindaco Sala sull’intitolazione di una scuola a Sergio Ramelli sono gravi e rivelano, ancora una volta, un pregiudizio ideologico che impedisce ogni vero processo di pacificazione nazionale”, è il parere dell’onorevole Riccardo De Corato, già vice sindaco di Milano. “Intitolare l’istituto tecnico Molinari, la scuola frequentata da Ramelli, sarebbe un gesto semplice e simbolico, un segnale di rispetto verso una giovane vittima dell’odio politico degli anni ’70. E invece no: si continua con l’equazione assurda secondo cui ricordare Ramelli sarebbe ‘divisivo’. Ma cosa c’è di divisivo nel commemorare un ragazzo assassinato?”.
“Mi auguro che, senza forzature e nel rispetto dell’autonomia scolastica, questo nobile gesto di memoria possa essere effettuato col consenso di tutti. Non dovrebbero esistere intitolazioni divisive e concordo con la proposta del Sindaco che sarebbe auspicabile un luogo dedicato a tutte le vittime della violenza politica che, però, non deve precludere le intitolazioni al singolo, laddove se ne ravvisi l’opportunità”, risponde al Sindaco Sala Paola Frassinetti, sottosegretario all’istruzione e al merito. “Quindi, fare un’intitolazione a vittime di sinistra, cosa peraltro giusta, si può fare, mentre intitolare una scuola o altro a Sergio Ramelli non si può fare perché ‘ è divisivo’. Cioè ci si divide tra la vittima e gli assassini. Sala mette i massacratori sullo stesso piano di chi è stato massacrato. Si deve vergognare. Uno così suscita orrore. Siamo di fronte a un soggetto spregevole, che merita tutto il disprezzo della gente di buon senso ben distante da una condotta così miserevole”, dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.